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Wal-Mart, medicinali per un mese a 4 dollari

NEW YORK — «Finora con la forza commerciale che ci deriva dal fatto che 176 milioni di persone entrano nei nostri supermercati almeno una volta alla settimana, siamo riusciti ad abbassare il prezzo di un gran numero di prodotti, ma non abbiamo potuto fare molto con i medicinali. Di recente abbiamo riesaminato la situazione. I prezzi sono alti, i profitti delle società farmaceutiche elevati. Secondo noi c’è spazio per cambiare le cose. Così abbiamo deciso di mettere in vendita la dose mensile di circa 300 tra i farmaci generici più diffusi a 4 dollari».
I mille aspiranti benefattori che riempiono l’auditorium della «Clinton Global Iniziative » applaudono convinti le parole di Lee Scott, il «numero uno» della catena commerciale Wal-Mart, prima azienda del mondo per fatturato e che, con un milione e 300mila addetti, è anche il più grande datore di lavoro d’America. Ma, a guardare con attenzione gli invitati, si incrociano anche sguardi smarriti o scettici: sono quelli degli industriali della produzione e distribuzione farmaceutica, accorsi anch’essi in gran numero alla kermesse clintoniana. Sono loro il bersaglio di Lee Scott.
L’ex presidente americano è arrivato al terzo e ultimo giorno della «convention» della sua fondazione. Affaticato da una maratona che spesso sembra il megashow di un consumato presentatore, continua a invitare sul palco decine di personaggi — industriali, accademici, giovani impegnati nel volontariato, banchieri — che si impegnano a destinare risorse economiche e professionali a progetti filantropici di ogni tipo. Si va dalle Ong che portano energia elettrica nei villaggi dell’Africa equatoriale montando pannelli solari sui tetti delle capanne ai 3 miliardi di dollari da spendere in iniziative contro il riscaldamento dell’atmosfera promessi dal miliardario britannico Richard Branson.
Per tutti c’è una stretta di mano, un applauso, una foto ricordo. Ma i veri mattatori sono i grandi imprenditori in genere ritratti nei panni del «cattivo» di turno: Rupert Murdoch, gestore inflessibile—molti dicono spietato — di un impero mondiale dei media, viene presentato da Clinton come un «amico senza il cui aiuto non potremmo condurre la nostra campagna antinquinamento in 32 megalopoli del mondo». I riflettori, però, stavolta sono soprattutto per Lee Scott.
I giornali del mattino hanno già dato notizia della sfida dei farmaci low cost lanciata da Wal-Mart all’industria dei medicinali. In Borsa vanno a picco i titoli di Cvs, RiteAid e Walgreens, le catene di farmacie che competono con quelle del gruppo controllato dalla famiglia Walton. Vendere a 4 dollari (cioè poco più di tre euro) la dose mensile di farmaci generici con l’antibiotico amoxicillina (commercializzato in Italia anche come Zimox), l’anti ipertensivo Lisinopril (il nostro Alafril) o un antidiabetico come la metformina è un vero terremoto per l’America, dove i costi dell’assistenza sanitaria — e quelli dei farmaci in modo particolare — sono molto più alti che in Europa: i nuovi prezzi di Wal-Mart promettono di essere dal 50 al 65 per cento più bassi di quelli attuali.
Certo, i medicinali più recenti e costosi sono coperti da brevetto, ma i grandi gruppi sono ugualmente in allarme perché i nuovi prezzi (introdotti da ieri nelle farmacie Wal-Mart della Florida, verranno presto estesi a tutti gli esercizi americani della compagnia) sono il segnale di un’inversione di tendenza. Per di più i brevetti di molti dei medicinali più diffusi e redditizi stanno per scadere e le industrie fanno fatica a sostituirli con nuovi prodotti. Wal-Mart è da tempo sotto accusa per il trattamento assai rude riservato al suo personale: niente sindacati, salari bassissimi, assistenza sanitaria ridotta all’osso (quando c’è).
Il rovescio della medaglia di questa dura politica di contenimento dei costi — ha sempre cercato di sostenere la società—è la drastica riduzione dei prezzi al consumo di tutti i prodotti: un vantaggio evidente per i clienti, soprattutto famiglie a reddito basso e medio, che hanno bisogno di meno soldi per fare la spesa. Giustificazioni che non hanno rasserenato gli animi: Wal-Mart è diventata la bestia nera, oltre che dei sindacati, anche del partito democratico, di molte amministrazioni municipali e di alcuni Stati che hanno votato leggi sul salario minimo miranti a forzare la mano del gigante della distribuzione. Accusato di aver ridotto il prezzo dei farmaci solo per cercare di migliorare l’immagine del gruppo, Lee Scott ha approfittato ieri del palcoscenico offertogli da Clinton (Wal-Mart ha sede nell’Arkansas, il suo Stato) per spiegare che sta semplicemente applicando la filosofia base della compagnia: abbassare i prezzi per il consumatore e — ora — anche per il paziente.
Non per filantropia ma perché il cliente al quale rimangono più soldi in tasca compra di più. I benefici dell’iniziativa promettono di essere ampi per i consumatori di tutta l’America a giudicare dalla decisione presa ieri da Target, l’altra grande catena di supermercati, che per tenere testa a Wal-Mart ha deciso anch’essa di tagliare i prezzi dei medicinali.

Fonte: Il Coriere della Sera del 23 settembre 2006

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