Le banche non stanno strozzando il sistema delle imprese. Il credit crunch non c’è.Il Governatore: nel 2012 è recessione. Calo record del credito a dicembre, meno 20 miliardi
C’è la recessione e tanta, tanta incertezza sull’ evoluzione della crisi. Ma «bisogna guardare avanti» e «operare» affinché sia possibile «stabilizzare l’ attività produttiva già a metà dell’ anno» per riprendere a crescere nel prossimo. Il governatore della Banca d’ Italia, Ignazio Visco, nel suo primo importante appuntamento pubblico dopo la sua nomina, l’ assemblea dei cambisti e tesorieri di Assiom-Forex, traccia un quadro preoccupato della situazione economica italiana ma indica anche la strada da percorrere per imboccare il prima possibile l’ uscita dal tunnel. Il 2012, sintetizza Visco, sarà un anno di recessione con una flessione del Prodotto interno lordo dell’ 1,5%. Rispetto ai livelli raggiunti nel 2007, prima della crisi «il Pil è ancora inferiore di 5 punti percentuali, il reddito disponibile reale procapite delle famiglie di 7 punti e la produzione industriale di un quinto». Bisogna dunque tornare a crescere «a ritmi sostenuti» rafforzando «la competitività delle imprese». Per raggiungere l’ obiettivo secondo Visco occorre procedere su tre direttrici: la politica economica deve proseguire nelle riforme, le banche non devono fare mancare i prestiti alle imprese e la governance europea deve essere rafforzata. La politica economica interna, innanzitutto. Quella che col governo Monti ha compiuto «progressi prima ritenuti impensabili in direzione della sostenibilità finanziaria» per esempio agendo «sul fronte pensionistico». Ma che deve andare avanti, aggiunge Visco con un’ esortazione che sembra essere rivolta più al Parlamento e alle forze politiche chiamate a sostenere l’ azione dell’ esecutivo che non a quest’ ultimo. A cui chiede ancora coraggio nel perseguire l’ efficienza del sistema tributario e nella lotta all’ inflazione. «Le riforme decise vanno rapidamente completate e rese operative», in particolare quelle volte a liberalizzare i servizi, a semplificare gli atti amministrativi, a rendere più rapide le risposte del sistema giudiziario, a far funzionare meglio il mercato del lavoro. Il Governatore insiste molto sul lavoro a cui dedica la chiusa del suo intervento. «Guardiamo con fiducia a una politica economica che, volta alla stabilità finanziaria e orientata alla promozione di un ambiente favorevole a una crescita bilanciata dell’ economia, consenta di accrescere le opportunità di investimento, di ritornare rapidamente a creare nuove e permanenti occasioni di lavoro». C’ è poi lo scenario europeo che richiede «la rapida attuazione alle prescrizioni del fiscal compact», cioè del patto sulle regole di bilancio. «Va scongiurato definitivamente il rischio di pericolosi effetti di contagio, portando a soluzione il problema della Grecia» ed «è essenziale la determinazione di tutti a rinsaldare la costruzione europea» dice il Governatore sottolineando i timori per le turbolenze dei mercati. Perché «le inquietudini degli investitori sui titoli si Stato italiani sono oggi attenuate rispetto ai momenti peggiori, ma non sono dissipate». Il sistema creditizio, quindi. La Bce, sostiene il successore di Mario Draghi a Palazzo Koch, ha fornito la liquidità necessaria per scongiurare il pericolo di un credit crunch ma ora spetta alle banche evitare di fare entrare l’ economia «in asfissia creditizia». Il Governatore difende gli istituti italiani («Le banche sono solide», dice) ma chiede loro di fare prestiti alle imprese che solo a dicembre si sono contratti di 20 miliardi, un record, che potrebbe ampliarsi in gennaio. «Le banche dovranno dimostrare di saper svolgere bene la loro funzione di allocazione del credito, in una gestione sana e prudente, con acuita capacità selettiva». E dovranno nello stesso tempo recuperare efficienza e redditività. Sapendo che, pur avendo già attuato un «significativo rafforzamento patrimoniale», dovranno continuare su questa strada per giungere preparate all’ appuntamento coi nuovi parametri di Basilea 3 che cominceranno a entrare in vigore il prossimo anno. «Ci aspettiamo che le prossime decisioni delle banche in tema di politiche dei dividendi e remunerazione dei manager tengano conto di questa necessità», afferma Visco che annuncia per i prossimi giorni una lettera messa a punto dalla Vigilanza con le indicazioni da seguire «per orientare le scelte».
Visco:banche, più prestiti alle imprese
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