Da appassionato di cinema, WV (Walter Veltroni) non ignora certo Le passage du Rhin di André Cayatte- film buonista (si direbbe adesso) che ottenne il Leon dOro alla mostra di Venezia del 1960, scatenando le proteste di tutta la stampa di sinistra che parteggiava invece per il sanguigno Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti. Il passaggio del Reno era quello, non facile, di due amici per la pelle che finiti insieme, durante la guerra, in uno stalag tedesco avevano preso strade differenti: uno era scappato dal campo di concentramento, diventato capo partigiano e dopo il conflitto direttore di quotidiano parigino; laltro, inviato a lavorare in unazienda agricola (tutti gli uomini sono al fronte), si sposa una tedesca, restando per sempre oltre-Reno.
Dovrebbe fare anche lui quellarduo passaggio del Reno che non traspira dal suo programma. Soltanto quando avrà effettuato un netto e deciso passaggio del Reno, potrà dare sostanza alla conclamata discontinuità non solo con il Governo Prodi ma (quel che più conta) con le politiche economiche che hanno portato allimplosione dellindustria manifatturiera (e non solo) del Paese. Allinizio degli Anni Novanta, Michel Albert, grand commis francese (Commissario al Piano e successivamente Presidente ed Amministratore Delegato di una delle maggiori compagnie di assicurazione della République) pubblicò, alle Editions du Seuil (casa editrice collaterale alla gauche), un saggio di successo Capitalisme contre Capitalisme in cui si mettevano a confronto due tipologie di capitalismo : quello chiamato renano (mirato agli stakeholder ossia al benessere di tutti coloro che partecipano allintrapresa) e quello denominato reaganiano (orientato alla crescita di valore per gli azionisti, gli shareholder). Romano Prodi ne fece la propria Bibbia portatile, scrivendo saggi ed articoli e conducendo addirittura un programma televisivo per la Rai. Il capitalismo renano plasma il dodecalogo veltroniano specialmente ai punti 1,3,6,9 e 12.
Nel contempo non solamente il capitalismo renano è stato in gran misura abbandonato proprio là dove è nato ma un saggio di Lans Bovenberg della University di Tilburg e di Coen N. Teulings della Timbergen University (disponibile, anche on line, come CESifo Working Paper Series No. 2186) sottolinea i costi di uscita da tale modello poiché anche se la società ne trae vantaggi di lungo periodo in termini di efficienza , nel breve e medio una intera generazione di privilegiati deve dire addio ai loro vantaggi particolaristici. Laspetto interessante del lavoro è che lanalisi empirica si basa non tanto sugli ormai triti problemi dei Länder che si bagnano sul Reno ma sulle forme che il capitalismo renano ha assunto in Danimarca, Portogallo e negli stessi Stati Uniti. Curiosamente, la Danimarca è il Paese che si è allontanato nel modo più indolore dal capitalismo renano, il quale in Portogallo e negli Usa ha la propria architrave nella contrattazione collettiva ed in certi aspetti della normativa lavoristica. Pur se sia la contrattazione sia il diritto del lavoro hanno lobiettivo di contenere le richieste dei lavoratori in termini di concessioni sugli utili aziendali (da destinare agli azionisti), soprattutto la prima rappresenta una tentazione per i politici a favorire nel breve periodo coloro che sono già in impiego a spese della creazione di nuova occupazione , possibile soltanto se i lavoratori hanno piena contezza del rischio di impresa. Lo studio ha una parte teorica in cui si evidenzia come servire numerosi stakeholder conduce ad ambiguità in termini di diritti di proprietà e come le tensioni tra stakeholder e shareholder portano ad un conflitto continuo sulle ragioni dellintrapresa. Inoltre le varie forme di co-determinazione e co-gestione aumentano il costo del capitale e, quindi, della creazione di occupazione. Infine, attribuire agli shareholder proprietà e titolarità rappresenta la migliore diversificazione possibile dei rischi specifici di impresa.
Fare il passaggio del Reno, dunque, comporta sacrifici di una generazione per i settori protetti e chi in essi lavori. Quanto più lo si ritarda tanto maggiore è il costo (anche e soprattutto in termini di perdita di competitività). Anche se il dodecalogo non propone neanche di cominciare a traversare il fiume, lintegrazione economica internazionale ha fatto sì che la sponda delle certezze del passato sia stata ormai lasciata. Scegliere il dodecalogo con la sua nostalgia per il capitalismo renano vuol dire restare in mezzo al guado. Ancora peggio che tornare ad un passato che come quello di Good Bye, Lenin, altro film noto a WV- non esiste più.
Veltroni non passa il Reno
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