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Ue, giro di vite sulle banche: saranno tassate

L’Europa,scottata dal caso Grecia,trova l’intesa per rafforzare le regole sulla disciplina dei bilanci pubblici. E come ha chiesto l’Italia, nella valutazione si terrà conto dell’evoluzione e della «sostenibilità complessiva» del debito:un concetto che,spiega il presidente della Ue Herman Van Rumpuy,comprende molti parametri «fra cui il debito privato».Il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo accoglie così la richiesta del governo italiano che ottiene,commenta da Roma Giulio Tremonti,«un successo straordinario».
Nella sostenibilità complessiva ( overall nel testo del comunicato in inglese) dei bilanci pubblici sarà compreso il debito privato, che in Italia è il più basso (il 39,35 del Pil nel 2010) d’Europa. E si terrà conto anche della sostenibilità a medio lungo termine dei debiti pensionistici nazionali. «Abbiamo una grande ricchezza delle famiglie – spiega il ministro dell’Economia al termine di una telefonata con Silvio Berlusconi, che ha rappresentato il Paese al vertice – e un sistema previdenziale stabile, certificato dal­l’Europa ». L’Italia è ben al di sotto della media Ue, con un debito aggregato (pubblico più privato) pari al 235,9% del Pil, contro una media europea del 265%. Sulla base degli orientamenti emersi ieri al Consiglio,la Commissione europea presenterà le proposte di governance sui bilanci e le politiche economiche europee il prossimo 30 giugno. I Paesi che non raggiungeranno gli obiettivi di bilancio e di indebitamento potrebbero affrontare sanzioni più severe.
Il Consiglio trova anche l’intesa per rendere pubblici entro la seconda metà di luglio i test di resistenza (stress test) delle banche europee. Una decisione diretta a tranquillizzare i mercati: «Vogliamo rassicurare gli operatori – dice Nicolas Sarkozy- e non gestire nuovamente degli psico­drammi ». La trasparenza, gli fa eco il presidente della Commissione Manuel Barroso, «aiuterà a superare i sospetti infondati». Quanto alla tassa sulle banche, la formulazione del comunicato finale è frutto di compromesso: il Consiglio europeo approva la proposta franco-tedesca, ma ogni Paese la gestirà auto­nomamente. L’Italia ad esempio, come spiega il ministro degli Esteri Franco Frattini, «non ha bisogno di tassare le sue banche, che non sono state salvate dall’intervento pubblico».
Molto ferma anche la posizione del premier britannico David Cameron, all’esordio in un vertice europeo,contraria all’idea di un governo eco­nomico europeo: «Non sosterremo mai un trasferimento di poteri da Westminster a Bruxelles: questa è una linea rossa invalicabile». A qualcuno è sembrato di sentire, a tanti anni di distanza, echi di Margaret Thatcher. Così come si è rivisto all’opera l’asse franco-tedesco, sulla tassazione delle banche.«L’Europa sosterrà questa posizione al G20 di Toronto – assicura Angela Merkel – ed è pronta ad andare avanti anche da sola:la misura potrebbe essere operativa già dal 2012». Anche Sarkozy parla di «appoggio europeo» alla tassazione. «L’introduzione di una tassazione globale sulle transazioni finanziarie – si legge nel comunicato conclusivo del vertice di Bruxelles – dovrà essere approfondita nel contesto del G20».Chiamati a tirare le fila della situazione finanziaria,dopo l’emergenza Grecia, i capi di Stato e di governo dei Ventisette hanno sostenuto con convinzione la strada della trasparenza, con il via libera alla pubblicazione dei risultati degli stress test sulle banche.
«Abbiamo deciso che pubblicheremo tutti i test effettuati sulle banche spagnole – chiarisce il primo ministro Zapatero-: non c’è niente di meglio della trasparenza per lasciarsi alla spalle voci infondate». Viene fatto trapelare che proprio una banca spagnola,il Santander, sa­rebbe quella con i migliori risultati in Europa.Per la prima volta da tre settimane, ieri l’euro ha rivisto quota 1,24 dollari. Anche le aste di titoli spagnoli hanno avuto buon esito. Madrid, dicono al Fondo monetario internazionale,sta facendo i «passi appropriati» con azioni coraggiose. Il managing director del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, conferma di non essere preoccupato per la Spagna, ma avverte tutti: «La crisi non è ancora finita».

Fonte: Il Giornale del 18 giugno 2010

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