L’astro nascente della Sinistra greca ed europea spiega perché vuole cambiare l’Europa e non distruggerla, mentre critica Beppe Grillo: «Non condivido le sue posizioni – dice il leader di Syriza – E facile dire “no” a tutto; più difficile è tentare di combinare la condanna del sistema con proposte costruttive per il futuro».
Luomo seduto dallaltra parte del tavolo è lastro della sinistra greca ed europea, Alexis Tsipras. Il premier Samaras, un popolare, lo chiama «antioccidentale» e, come buona parte della stampa continentale, lo definisce «euroscettico». Il leader di Syriza nega tutto con una risata calda e qualche ambiguità. «Siamo pro europei, non antieuropei – assicura -; vogliamo cambiare lEuropa, non distruggerla». Giura di non pensare a uscire dalleuro e di non aver nulla da spartire coi movimenti antieuro, neppure con Beppe Grillo. «Non condivido le sue posizioni – confessa -. E facile dire “no” a tutto; più difficile è tentare di combinare la condanna del sistema con proposte costruttive per il futuro».
Un bel sole illumina il palazzo al numero uno di Plateia Eleutheria, sede di Syriza, la coalizione della sinistra radicale ellenica che insidia ai centristi di Nuova Democrazia il primato politico nel paese più in crisi dEuropa. Sono uffici senza fronzoli, ricordano le sezioni Fgci degli anni 70, con tanto di tv catodico e la vasca di pesci rossi per far compagnia al portiere. Solo un poliziotto sulla porta e niente detector. Nella sala riunioni del terzo piano, il 39enne Tsipras, candidato della Sinistra Ue alla presidenza della Commissione con un voto su tre potenziale in patria, si presenta con una camicia a quadretti, una giacca blu, e subito avverte: «Non siamo antieuropei e la storia ci sta dando ragione».
La spieghiamo, questa?
«E chiaro che il programma di salvataggio greco è fallito. Dopo tre anni di attuazione del memorandum, il debito è in salita, sarà al 176% senza altri interventi. Dal punto di vista sociale è stata una catastrofe: la disoccupazione giovanile è al 60% e il 25% dei greci vive sotto la soglia di povertà. E un quadro inaccettabile per un paese civile ed europeo».
Il governo vede la crescita nel 2014.
«LOcse ha stimato un calo di mezzo punto. Un consiglio di economisti tedeschi dice “-1,3%”. Purtroppo, lottimismo del governo e della Commissione non ha per ora ragione di essere».
Lei cosa propone?
«Bisogna fermare immediatamente lausterità e convocare una conferenza europea sul debito, per la Grecia e gli altri paesi della periferia, come quella di Londra del 1953 in cui si ammise che il conto post bellico tedesco era troppo alto. Servirebbe una clausola sui rimborsi legati alla crescita: se il pil è positivo, paghiamo; sennò, no. Infine ci vorrebbe un «new european deal», un grande pacchetto di investimenti per la crescita – soprattutto nel mezzogiorno dEuropa – che finanzi la ripresa».
Un programma con lEuropa, non contro, giusto?
«Puntiamo a cambiare lUe piuttosto che a scardinarla. Siamo più europeisti dei partiti conservatori che hanno distrutto lidea di solidarietà e creato divisioni fra i popoli».
Syriza è per leuro?
«LEurozona è una catena con diciotto anelli, se uno si rompe, la catena si rompe. Questo è il punto: nessuno vuole che la catena si spezzi, neanche noi. Sarebbe unopzione difficile per tutti».
Se però la Grecia non avrà ciò che volete, allora penserete a lasciare lEurozona?
«Se vinceremo, Syriza attuerà in ogni caso il suo programma di rilancio contro lausterità. E la democrazia. Non si può punire uno stato che attraversa crisi umanitaria se non vuole governare come piace alla Signora Merkel. E se andasse male linterrogativo sul nostro futuro non sarà da porre a noi, ma a tutti quanti».
Lei si considera populista?
«Non è populismo cercare di capire la sofferenza della gente e battersi per dire la verità. Al contrario, chi copre la crisi e disegna una realtà diversa è un demagogo».
Che pensa di Grillo e del referendum per laddio alleuro?
«E normale che gli elettori italiani voltino le spalle allestablishment che non ha preso decisioni nel loro interesse. Non credo però che una forza politica possa crescere solo con posizioni negative. Per questo non condivido le posizioni di Grillo: il nostro è un problema europeo per il quale siamo obbligati a trovare una soluzione europea».
Cosa saspetta dal voto di maggio?
«La vera sorpresa non saranno i populisti o gli estremisti antieuropei, ma la Sinistra che vuole cambiare lEuropa».
Crede che Alba Dorata dovrebbe finire fuorilegge per i proclami razzisti e filonazisti?
«Alba Dorata va combattuta coi programmi. Bandirla non è una buona idea. Si otterrebbe solo il risultato di aumentare la sua influenza su una parte della società greca».
Tsipras: “E ora crescita senza austerita’”
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