Quando deve spiegare che cosa rappresenta oggi la Finmeccanica per l’Italia, Pier Francesco Guarguaglini usa due grafici. Nel primo si vede che il fatturato realizzato sul mercato nazionale nel 2010 è sceso al minimo storico del 20 per cento. Nel secondo che le spese per la ripiù grande: il fatturato è triplicato, i dipendenti sono passati da 61.238 a 75.197 di cui 42.556 in Italia (56,6 per cento). Ed è diventata più efficiente. «La produttività del lavoro misurata dal valore aggiunto per addetto., osserva Riccardo Gallo, docente di economia applicata alla Sapienza di Roma, «è passata cerca sostenute in Italia sono PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI. A DESTRA: LA METROPOLITANA il 66 per cento del totale. «Dobbiamo andare in giro per il mondo., spiega a “l’Espresso” il presidente e amministratore delegato del gruppo controllato dal Tesoro, «perché il mercato nazionale e quello europeo non hanno dimensioni tali da consentirci gli investimenti necessari per mantenere un adeguato livello di innovazione. Investire e innovare è l’unico modo per superare le difficoltà congiunturali.. La Finmeccanica è dunque una multinazionale con robuste radici in Italia. Insieme alla Fiat è l’ultima grande impresa manifatturiera rimasta. Guarguaglini, che ha 74 anni, la guida dal 2002. Tra pochi giorni, il 4 aprile, saprà se l’azionista di maggioranza intende affidargli un quarto mandato triennale al vertice del gruppo oppure gli lascerà solo la presidenza, affiancandogli un amministratore delegato. In nove anni la Finmeccanica si è trasformata. E diventata DI COPENHAGEN. COSTRUITA DA FINMECCANICA da 36.600 a 89 mila euro e il ciclo di produzione si è snellito come segnala il calo dei giorni di magazzino. Il debito netto, pari a 3,1 miliardi, è aumentato in seguito alle numerose acquisizioni effettuate ma non è squilibrato rispetto al capitale proprio. Inoltre è destinato a scendere grazie alla recente cessione di una quota significativa di Ansaldo Energia e al prossimo collocamento di un fondo immobiliare cui saranno conferiti gli immobili del gruppo. Non manca, tra gli analisti, chi avanza dubbi su questi risultati. Per esempio, c’è chi sospetta che gran parte del valore delle maggiori commesse sia stato spostato sui primi anni per “abbellire” i bilanci. Altri fanno notare che di complessi contratti come quelli con paesi come Libia, Panama, Emirati Arabi, Brasile (con Fincantieri capocommessa) è difficile seguire in concreto le varie fasi di attuazione. «Tutte queste commesse., commenta un analista del settore, «vengono presentate come grandi successi, con cerimonie di firma in pompa magna, ma che cosa è veramente andato in porto?”. Il mercato finanziario non stravede per la Finmeccanica le cui azioni da tempo fanno segnare, secondo un recente documento della banca d’affari Goldman Sachs, una performance peggiore rispetto a quelle delle società concorrenti come Bae Systems, Thales e altre. Guarguaglini ammette che l’acquisizione dell’americana Drs è stata sfortunata: il cambio di governo (da Prodi a Berlusconi nel 2008) ha fatto perdere mesi preziosi e nel frattempo la crisi g i *** finanziaria ha cambiato il mondo. «Tra gli investitori», dice Guarguaglini, «ci sono due correnti di pensiero: a qualcuno va bene che riduciamo il debito, altri apprezzerebbero un buyback (l’acquisto di azioni proprie, ndr) per dare una spinta al titolo. La nostra priorità, comunque, è investire per assicurare alla società un buon andamento nel lungo termine, cercando contemporaneamente di ridurre il debito. Finmeccanica è sottovalutata: paga genericamente un “effetto Italia” e alcuni fondi considerano un limite che lo Stato sia il maggiore azionista. In altri paesi il governo non è nel capitale e questo non gli impedisce di esercitare gli opportuni controlli. Personalmente non mi sento penalizzato e il consiglio di amministrazione funziona in modo più che soddisfacente.. Al Tesoro, però, Guarguaglini non è più amato. Da tempo Giulio Tremonti vorrebbe, quanto meno, ridimensionarne i poteri. E le recenti vicende giudiziarie che hanno interessato Finmeccanica, senza peraltro coinvolgere direttamente il presidente, hanno dato argomenti al ministro dell’Economia: indagini per corruzione e reati fiscali nell’assegnazione di lavori all’Enav nella controllata Selex Sistemi Integrati, dove l’amministratore delegato è NOVE UNI DI ESPANSIONE Principali dati dei bilancio consolidato GRUPPO FINMECCANICA 2001 2010 Fatizerat, sotto’ 8.717 18.695 Risaltata matte’ 188 557 Isdeblfaswrts fissazione matto fetale 291 3.133 Master di dlp ndeatl a lNe sano 81.238 75.197 %%dittelo dal capitale dl rischio 8,0% 8,2% la ssie% dl erro Marina Grossi, moglie di Guarguaglini e da lui scelta (con scarso rispetto per il buon gusto) per quel ruolo; su Elsag Datamat si indaga per un appalto a Napoli; sulla partecipata Digint il consulente Lorenzo Cola ha patteggiato una pena di tre anni e quattro mesi per riciclaggio e ora si attendono sviluppi per gli altri indagati. Chi guiderà la Finmeccanica nei prossimi anni è atteso da due sfide strategiche. La prima è una selezione del portafoglio prodotti. Il gruppo oggi fa troppe cose e questo è considerato un punto di debolezza. Negli ultimi tempi ha comprato molto e venduto poco: dovrebbe concentrarsi sui comparti in cui ritiene di avere un vantaggio cornpetitivo maggiore. Gli analisti più “estremisti” sostengono anche che tra difesa e civile non ci sono sinergie e Sempre più anni Ripartizione delle vendite per settori Difesa 21% Automazione e rettifiche 5% Spazio 7% Energia 12% 2001 Trasporti 17% Spazio 5% Energia 8% Trasporti 10% 2010 Aeronautica 20% Elicotteri 18% Difesa 45% “1* Aeronautica 15% Elicotteri 19% quindi che il civile si potrebbe cedere. Altri invece ritengono che energia e trasporti costituiscano un ammortizzatore importante soprattutto nelle fasi, come l’attuale, in cui i governi contengono la spesa perla difesa. La seconda sfida è la razionalizzazione degli impianti produttivi. In Italia l’attività è distribuita su ben 74 siti. Troppi. Ma chiudere fabbriche, per un’azienda del Tesoro, non è mai facile. Poi bisognerà anche mettere a punto i rapporti con gli americani, gli inglesi, i francesi. Dopo l’acquisizione della Drs la Finmeccanica è diventata Usa-dipendente: qualsiasi decisione strategica va “condivisa”, ogni prodotto venduto alla difesa Usa diventa soggetto al controllo americano. In Europa il nuovo asse franco-inglese della difesa sbocciato con l’offensiva contro Gheddafi rischia di penalizzare Finmeccanica che con le imprese e con i governi di quei due paesi ha intessuto stretti rapporti. Ma la vera scommessa è sfondare sui mercati ad alto potenziale. Spariti dall’orizzonte il Giappone e la Libia, l’India si annuncia come il nuovo Eldorado.
Fonte: Espresso del 25 marzo 2007Troppi Usa dentro Finmeccanica
L'autore: Orazio Carabini
Commenti disabilitati.