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Troppi inchini cinesi

Debole la diplomazia Ue nei confronti di Pechino e Mosca. Un labirinto dal quale si esce solo alzando la testa.
Due anni fa l’Ue ha accettato di annullare la conferenza stampa del vertice bilaterale con la Cina perché i capi di Pechino avevano saputo che tre giornalisti a loro non grati avrebbero partecipato all’incontro. Era l’ennesimo segno di una accondiscendenza dei confronti dell’ex celeste impero, una sudditanza psicologica che matura per ragioni economiche e non solo.
L’Unione vuole contare di più sullo scenario internazionale e poi al momento buono fa gli “inchini”. Sorride, mostra diplomazia e non parla di quanto accade in Tibet, per dirne una.
In cambio i cinesi fanno quello che pare a loro , inquinano, violano i diritti umani e si prendono pure la soddisfazione di ragionare sul se o quando e come aiutare l’Europa in in crisi, come se non fosse il loro il primo mercato di esportazioni del vecchio continente. Al vertice a due del 14 la musica non sarà diversa.Temo.
Coi russi, lo stesso. Come ha ben raccontato Anna Zafesova stamane sulla Stampa, Putin si fa beffe della Nato e della stessa Unione. Sfrutta la scarsa integrazione delle reti per dileggiare il patti a ventisette, convinto che la dipendenza dal gas dell’orso ex sovietico sia una ragione sufficiente per fare il buono e cattivo tempo. Anche lo zar Vladimir ha problema di diritti umani e di consenso che imbratta a piacere e che – scommettiamo? – presto gli si rivolteranno contro. Ma anche qui, l’Ue gli si rivolge con un inchino pericoloso. Si fa anche minacciare per il tentativo di far pagare le emissioni di Co2. Mosca vuole impedirgli il sorvolo.
E’ giusto e ragionevole promuovere relazioni stabili con Russia e Cina. Ma inchinarsi troppo al loro cospetto mina la credibilità del sistema europeo e impedisce di raggiungere l’obiettivo. Quelli non trattano con i deboli. I nostri inchini li fanno sentire forti. Sarebbe ora di finirla. La crisi economica ci rende ancora più vulnerabili, ci porta in un labirinto da cui è difficile uscire con la testa bassa. Il guanto di velluto senza un pugno di ferro è la peggiore soluzione possibile.

Fonte: La Stampa del 6 febbraio 2012

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