• domenica , 22 Dicembre 2024

Tripla vigilanza per Roma

Famo a fidasse. Dopo la Commissione e il Fmi, anche la Bce monitorerà l’Italia e il suo piano di risanamento.Non un segno di fiducia.
Arriva un terzo livello di monitoraggio per l’Italia. «Diamo il benvenuto al rafforzamento della vigilanza che la Commissione attuerà in cooperazione con la Bce», annuncia il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker. «Abbiamo deciso che la banca centrale lavorerà con noi», spiega a La Stampa il commissario Ue all’Economia, Olli Rehn, anche se «non sarà una troika perché il Fmi opererà in modo indipendente». Si tratterà di un controllo «due più uno», precisa il finlandese. Perchè l’Europa ha «accolto ancora una volta» con favore gli impegni del governo reiterati dal ministro Tremonti. Ma vuole essere certa «che siano rispettati nei tempi e nei modi della dalla lettera del 27 ottobre».
Juncker concede che, per l’Eurogruppo, «c’è voluto un bel po’» per parlare del caso italiano. La riunione di ieri sera, la prima a cui ha partecipato Mario Draghi in qualità di presidente della Bce, è stata il punto di arrivo della giornata di pressing deciso con cui l’Europa ha incalzato l’Italia. Rehn le ha chiesto di «fare catenaccio sui conti e giocare d’attacco sulle riforme». Tremonti ha risposto seguendo la traccia nota, senza uscire dal seminato del maxiemendamento, dunque niente aggiunte su lavoro e pensioni, ma insistito sulle liberalizzazioni e gli impegni fiscali. L’incertezza politica consigliava cautela. Tanto nessuno, a Bruxelles, ha interesse ad andare oltre i caldi inviti. Mettere Roma nell’angolo, adesso, potrebbe fare più danni che altro.
L’azione a tenaglia è cominciata di prima mattina, insieme con quella mercati intenti a far salire alle stelle gli spread sui Btp, salvo quando si è sparsa la voce che Berlusconi poteva dimettersi in giornata. «Abbiamo inviato un questionario alle autorità italiane nel quale abbiamo chiesto chiarimenti sulle misure contenute nella lettera di intenti», ha aperto i giochi Rehn, a cui bisogna rispondere entro la settimana. Semplice il motivo: «Una lettera non può contenere tutto – spiegano a Bruxelles -, non i dettagli su misure come pensioni e mercato del lavoro, né il quadro di analisi economica di impatto».
Christine Lagarde, direttore del Fondo, ha già fatto sapere che i suoi superispettori “chiesti” dall’Italia al g20 di Cannes, sbarcheranno sulle rive del Tevere nel giro di una decina di giorni. Gli sherpa della Commissione sono invece oggi o domani. Con la Bce, si scopre ora. «Incontri tecnici» che per il momento non saranno influenzati dalle perturbazioni politiche. «Stiamo attuando la missione di cui siamo stato incaricati dall’Eurogruppo», spiegano i portavoce dell’esecutivo. Vuol dire che ci vuole una decisione analoga per fermarla, una delibera. E, comunque, si attende che «comunque l’Italia segua la linea della lettera d’intenti».
Missione possibile? «Solo se e quando le misure saranno applicate – insiste il finlandese – si avrà un passo avanti importante per risolvere i problemi strutturali». Tutti hanno detto più o meno lo stesso dicono più o meno lo stesso. ne è la prova il tedesco Wolfgang Schäuble per il quale «i dati sull’economia reale dell’Italia non giustificano il nervosismo dei mercati», la situazione greca «è diversa» e se poi «ha annunciato misure che, se attuate, possono riportare la fiducia».
Il belga Didier Reynders sottolinea giustamente che «non sta all’Europa dire se il presidente Berlusconi, eletto dai suoi cittadini debba dimettersi o meno». Dopo aver chiesto a Portogallo, Irlanda e Grecia un governo di unità nazionale, Juncker nega che questo sia l’auspicio per Roma. «Non è sotto programma», spiega Juncker. La sovranità politica del Paese, almeno per il momento, resta immutata.

Fonte: La Stampa 8 novembre 2011

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