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Tetto ai mutui variabili, ecco cosa cambia

Saglia: referendum superato nei fatti.Protestano i Verdi: alle urne contro la privatizzazione Mussari (Abi): un passo importante, regole europee a tutela di aziende e cittadini I tassi massimi Il tasso limite praticabile dagli istituti si alza da poco sopra al 4% fino a sfiorare circa il 7%. Previsto anche un tetto: dell’ 8% sopra i tassi di riferimento
Giuseppe Mussari, presidente dell’ Abi, Associazione bancaria italiana, esprime un giudizio decisamente positivo sul decreto varato ieri dal governo. «Rappresenta un nuovo passo per favorire la crescita del nostro paese» sottolinea con la nota diffusa dall’ Abi. E non c’ è molto da stupirsi della reazione visto che Giulio Tremonti, ministro dell’ Economia, ha accolto col provvedimento sullo Sviluppo due tra le richieste più pressanti provenienti dal sistema creditizio. La messa a punto delle regole sulla portabilità dei mutui, chiarendo che valgono solo per le famiglie e non anche per le imprese o addirittura per gli enti pubblici che hanno ben altri strumenti per difendersi dal rischio dei tassi. E la revisione del meccanismo di fissazione del tasso di usura per alzarlo nel caso di prestiti o mutui. In cambio le banche saranno disponibili ad offrire alle famiglie a più basso reddito la possibilità di trasformare in fisso il mutuo a tasso variabile nella prospettiva di un più deciso rialzo dei tassi da parte della Bce. Le misure del decreto che riguardano l’ attività bancaria, osserva ancora la nota dell’ Associazione di Palazzo Altieri, «tendono ad allineare le nostre norme con quelle europee». Vediamole dunque queste norme. Quella sui mutui è la risposta all’ allarme lanciato già da alcuni mesi dall’ Abi sul forte aumento dei mutui a tasso variabile, più convenienti nella fase di tassi bassi ma in prospettiva più rischiosi per la possibilità di rialzo. Le famiglie con redditi fino a 30 mila euro annui ed un mutuo a tasso variabile non superiore ai 150 mila euro, che è un po’ di più della media dei contratti in essere, potranno chiedere, nell’ evenienza di un rialzo significativo dei tassi, il passaggio al tasso fisso a condizioni particolarmente convenienti. Ma solo se hanno contratto un mutuo variabile semplice senza la garanzia della rata costante o la previsione di un tetto, o cap, ai tassi, così come prevedono molte delle offerte delle banche. In ogni caso il provvedimento chiarisce che la portabilità vale solo per i consumatori, per le famiglie e non anche per le imprese o per gli enti, come Mussari ha lamentato in più d’ una occasione. E poi il tasso di usura. Anche in questo caso Mussari è sempre stato chiaro sui pericoli di soglie troppo basse. «Le distorsioni, eliminate dal decreto del governo, determinavano tassi soglia tali da escludere dall’ erogazione del credito una parte della clientela, così esposta al rischio degli usurai e della criminalità», ricorda ancora la nota dell’ Associazione. Adesso si cambia. Mentre finora per individuare il tasso di usura si doveva aumentare del 50% il tasso di riferimento per le varie operazioni bancarie, definito dalla Banca d’ Italia sulla base delle medie del trimestre precedente, d’ ora in poi l’ incremento sarà solo del 25% con l’ aggiunta di 4 punti percentuali. Così quello che rappresentava il caso limite, una soglia d’ usura di poco superiore al 4% per i mutui a tasso variabile, d’ ora in poi salirà a sfiorare all’ incirca il 7%. All’ inverso per evitare che in altri casi, come per esempio nel credito al consumo o nella cessioni del quinto, il rialzo del tasso d’ usura spinga all’ insù i tassi già alti applicati, è previsto un tetto. E cioè la soglia non potrà mai superare dell’ 8% il tasso di riferimento. In ogni caso l’ Abi ha annunciato che aprirà al più presto un tavolo di discussione con le associazione dei consumatori. Così come lo aprirà con Confindustria, Rete imprese e alleanza cooperative. Previste nella bozza del decreto non sono invece entrate nel testo varato dal governo le norme che consentono alla Banca d’ Italia di porre un tetto ai bonus dei manager delle banche con problemi patrimoniali.

Fonte: Corriere della Sera del 6 maggio 2011

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