• mercoledì , 4 Dicembre 2024

Tav, la Sinistra a scartamento ridotto

Per il resto della campagna elettorale, Romano Prodi lascerà il colorito Tir con cui scampagna su e giù per l’Italia. In armonia con la ritrovata anima ecologica della sua Unione, preferirà il treno al trasporto su gomma. Me scarterà rapidi, Inter-citry., Eurostar e soprattutto Alta Velocità . Utilizzerà le ferrovie a scartamento ridotto, iniziando, in occasione delle elezioni siciliane, con la Circumetnea (le littorine che da Giarre-Riposto si inerpicano sul vulcano e traversato Randazzo scendono verso Catania) . I treni veloci lo mettono in imbarazzo. Soprattutto a ragione del putiferio scatenato, anche in suo nome, in Val di Susa.
Il progetto è stato messo a punto negli Anni Novanta e definito quando era in carica il Governo Amato: il dicastero dei Lavori Pubblici era guidato da Nerio Nesi (allora eletto in una delle tante liste ex-comuniste) e quello dell’Ambiente rettp “verde”, Edo Ronchi. La Commissione per la Valutazione d’impatto ambientale (Via), pur criticata in quanto impegnata in compiti non istituzionali e frequenti viaggi all’estero (e sostituita con esperti di caratura universitaria al cambio del titolare del Ministero) ha non solo vagliato il progetto, ma lo anche elogiato per il contributo che avrebbe dato al miglioramento ecologico in Val di Susa. Il Governo italiano dell’epoca lo presentò all’Ue perché venisse incluso nella “quick list” (elenco di progetti ad altissima priorità) dei Trans European Networks (Net nel gergo comunitario – le grandi reti transeuropee). Quando nella primavera 2003, la Commissione Europea (presieduta da Prodi) non lo mise nell’elenco, i Comuni della Val di Susa sono insorti contro l’Ue (e contro Prodi), accusandoli di scarsa sensibilità. Pochi se lo ricordano ma il Professore lo ha chiaro in mente. Come ha viva la memoria del suo coinvolgimento nel progetto prima di entrare in politica attiva. Nei giorni scorsi, Alexandre Glarye nel periodico ambientalista “Carta” ha rievoca il “rapporto speciale” dell’ex Amministratore Delegato delle Ferrovie e della Tav s.p.a. Lorenzo Necci con Prodi: “ Il Professore bolognese è Garante dell’Alta velocità, e la società da lui fondata, Nomisma, riceve l’incarico (e 10 miliardi e rotti- di lire n.d.r.) per studi passati alla storia per aver scoperto che “il beneficio dell’Alta velocità è la velocità”. Il commento è poco anglosassone in quanto, al di là degli scandali ( trattati nel volume “Corruzione ad Alta Velocità” di Ferdinando Imposinato, Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato, Nuove Edizioni Koiné ), le analisi (a cui il vostro “chroniqueur” non ha partecipato in alcuna funzione diretta od indiretta) sono state l’occasione per sperimentare nuove metodologie di raffronto tra costi e benefici di grandi infrastrutture. Hanno comunque il sigillo del Professore Romano Prodi e di tutti gli economisti contigui al centro sinistra (specialmente di quelli interessati a temi ecologici, come la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Besso, che titolare di cattedra al Politecnico di Torino, ha insegnato economia dell’ambiente in varie università italiane e straniere e pubblicata testi significativi come “Per un’economia ecologica” e “Pensiero economico e ambiente”).
Il “difetto di comunicazione” con le comunità locali, quindi, è da attribuire a chi preparava il progetto e ne era il “Garante” negli Anni 90 (specialmente nella prima metà, arco di tempo delle rilevazioni , da effettuarsi in contatto e collaborazione con le comunità locali). Difficile capire si possa oggi mettere una pezza a quanto non è stato fatto l’altro ieri. Al pari delle vicende Eurostat (di fronte alla Corte di Giustizia Europea), l’Alta Velocità può esplodere nelle mani di Prodi. Anche a scartamento ridotto.

Fonte: Il Tempo del 12 dicembre 2005

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