di Bruno Costi Se davvero Trump porterà fino alle estreme conseguenze il suo voltafaccia verso l’alleato militare europeo, prima o poi anche Giorgia Meloni dovrà porsi per l’Italia lo stesso problema che il neo cancelliere tedesco Merz sta affrontando fin ...
Trump
Se i dazi penalizzano chi li impone
L’arma dei dazi, che Trump ha sfoderato appellandosi ai pieni poteri che la legge federale del1977 IEEPA (International Emergency Economic Powers Act) conferisce al presidente in presenza di un’emergenza per la sicurezza nazionale , potrà forse essere in parte la classica pistola che Trump poggia sul tavolo finalizzata ad estorcere condizioni ancora più vantaggiose per i manufatti che gli Usa scelgono di importare dai paesi fornitori a basso costo, a cominciare dalla Cina, ma anche dall’Europa (D.Taino, Corsera 10.02).
L’Ue farà a meno dell’America? Sì, e va bene così
Uno dei portati dell'uragano Trump è che per l'Europa si apre la prospettiva di una maggiore autonomia economica e politica a cominciare dai capitoli della difesa e del disarmo
Trump e il capitalismo clientelare
L’11 gennaio, Stefano Cingolani ha scritto: “Non solo Musk. Anche Zuckerberg e Bezos si inginocchiano a Trump. Il nuovo corso del capitalismo americano. L’andazzo di questi ultimi tempi conduce dritti dritti al crony capitalism, il capitalismo clientelare.
Il paradosso dei dazi americani Un boomerang per gli Usa
Dobbiamo aver paura delle minacce di Donald Trurnp di mettere dazi su tutti i paesi? Certamente sarebbe un danno per tutti, ma alla fine i più penalizzati potrebbero essere proprio gli Usa, i quali finirebbero per fare la stessa fine che ha fatto la Gran Bretagna dopola Brexit, che paga un prezzo esorbitante per la sua pretesa di riconquistare una mal compresa autonomia nazionale.
Gli squilibri cinesi e l’arma dei dazi
Passato un quarto di secolo dall’ingresso della Cina nella WTO (11 dicembre 2001), tornando alla Casa bianca Trump non avrà vita facile nel declinare il suo MAGA nei confronti della Cina, il cui rapidissimo avanzamento come rivale geopolitico (non chiamiamolo “nemico”!) continua a sorprendere il mondo.
L’imprevedibile Trump e l’arma dei dazi
Mancano poche settimane all’insediamento del governo Trump-2, col favore della Corte Suprema (già pesantemente condizionata dalla composizione dei suoi membri segnata dalle nomine di Trump-1), che su richiesta del procuratore speciale Jack Smith si prevede archivierà le 34 accuse pendenti su frodi di massa durante le elezioni del 2020, falso in bilancio e aggressione sessuale.
Tutti i rischi delle semplificazioni formato-Musk
Grazie di questo invito e grazie agli altri relatori per gli interventi fatti nel corso della mattinata. Correggo solo il Prof. Guido Melis specificando che, durante la mia presidenza dell’ISTAT, poiché era il 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia, abbiamo tentato di dare una certa spinta agli studi storici, sistemando gli archivi, digitalizzandoli, ripubblicando la “Filosofia della Statistica” di Melchiorre Gioia, ricordato nell’intervento precedente, che per me è stata una lettura veramente straordinaria.
L’arma dei dazi costerebbe cara agli Usa
Il prossimo ritorno di Trump alla Casa Bianca sta già lasciando tracce profonde sugli scenari di vera o presunta “deglobalizzazione “con cui il mondo, e in particolare l’Europa, si confronteranno nel prossimo futuro. Sono chiari segnali di cambiamento di rotta gli annunci di maggiori dazi sulle importazioni statunitensi e di freno alle migrazioni dal Messico e dal Sud America.
Trump Presidente conviene all’Europa, ecco perché
di Bruno Costi Dal rapporto rapace con le donne a quello con il fisco, dalla violenza verbale a quella istituzionale ci sono molte ragioni per detestare l’uomo e il candidato Donald Trump. Ma al di là dell’uomo e del candidato ...