Se non varrà la legge di Murphy, cioè se TIM manterrà il controllo della rete, con un'importante poltrona di rappresentanza per Open Fiber, avremo finito di mangiare, come da cinque anni a oggi, fibra e ideologie. Ne ho contate cinque: del ritardo nella banda larga; del rischio di sprecare investimenti; della superiorità di una tecnologia; del pregiudizio contro le reti verticalmente integrate; dei fallimenti di mercato.
TIM
Il vero interesse strategico di Sparkle
Che cosa si intende quando si dice che Sparkle, la società di TIM che gestisce comunicazioni a lunga distanza, è di “importanza strategica”? In un senso tecnico giuridico la normativa definisce strategiche le “reti di telecomunicazioni di proprietà del Ministero dell’interno, destinate ad essere impiegate nelle attività di tutela dell’ordine e sicurezza pubblica, nonché di difesa civile”, e le attività consistenti “nello studio, la ricerca, la progettazione, lo sviluppo, la produzione, l’integrazione e il sostegno al ciclo di vita, ivi compresa la catena logistica” di una serie di “sistemi e apparati”, che spettano ai Ministeri competenti: cose tutte che non hanno nulla a che fare, né con TIM in generale, né con Sparkle in particolare.
La rete e gli errori della politica
"Aver privatizzato le rete” telefonica è stato un errore: è davvero questa la posizione del Governo, come afferma il sottosegretario Antonello Giacomelli? E, in questo caso, che cosa intende fare? Proporre la costituzione di una commissione d’inchiesta? A rispondere di tale errore, non potendo chiamare l’allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, chiamerà a giustificarsi l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi? L’attuale premier sta gestendo situazioni complicate su molti fronti, interni ed esteri, non credo che desideri perdere tempo a riscrivere i libri di storia.