Sono parole della Lady di ferro: in politica, come nella vita, si presentano delle variabili inattese che impongono delle svolte nella linea di condotta dei governi. Nessuno aveva previsto l`ultimatum del vertice europeo a Silvio Berlusconi. Non più tardi di giovedì scorso, all`assemblea del gruppo del Pdl della Camera, il Cavaliere ed Angelino Alfano avevano tracciato una precisa strategia: occorreva arrivare, senza incidenti parlamentari, alla fine dell`anno, per essere il governo in carica nel caso di elezioni anticipate nella primavera del 2012, senza escludere di poter giungere, con un po` di fortuna, alla scadenza naturale della legislatura. Domenica, però, i partner dell`Ue hanno sottoposto la maggioranza ad una sfida di tale portata da mettere in discussione la permanenza in vita di un esecutivo che è appena uscito – grazie all`intervento del Capo dello Stato dal cul de sac in cui si era infilato ad agosto.
OGGI non è detto che Berlusconi trovi la forza politica per affrontare un`altra prova. La situazione è delicata, perché – a parte i numeri non esiste una maggioranza alternativa in grado di fare proprie le indicazioni dell`Unione. La lettera della Bce ha diviso le opposizioni:
quelle di sinistra, per la prima volta, sono incalzate da un movimento di piazza («gli indignati de noantri») che non si limitano a contestare il governo, ma prendono le distanze dalle direttive della Ue – in sintonia con tutti gli organismi monetari internazionali – per il risanamento economico, il pareggio di bilancio e lo sviluppo. Così, se il gabinetto dovesse cadere per manifesta impossibilità di onorare gli impegni assunti, toccherebbe al Quirinale di andare alla ricerca di una soluzione di transizione in grado di evitare che il Paese si avviti nel caos, senza più la protezione della Ue. Il Pdl si è sempre dichiarato contrario agli esecutivi tecnici, di alto profilo istituzionale o quant`altro. Sarebbe opportuno, però, gestire da protagonisti (magari, anche con un passo indietro) la fase che potrebbe aprirsi, anziché portare la responsabilità di un salto nel buio dell`economia e delle istituzioni.
Quanto alle risposte da dare all`Europa, non basta il «bel gesto» dell`innalzamento dell`età pensionabile. E sicuramente indispensabile intervenire sul pensionamento con 40 anni di versamenti introducendo il requisito di un`età anagrafica minima. Ma perché non cogliere l`occasione per rivisitare la disciplina del licenziamento di cui all`articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ?
Svolta imprevedibile “L’imprevedibile accade”
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