Il Governo Monti ha esaurito la
Alla base delle difficoltà dellesecutivo non cè soltanto la brutta figura fatta con la riforma del mercato del lavoro, dopo lunghe settimane di confronto con le parti sociali da cui è scaturito un documento che, nella parte dedicata ai c.d. contratti atipici, sembra scritto da un ispettore dellInps a cui è stata inculcata la seguente mission: chiunque respiri è un lavoratore dipendente a tempo indeterminato. Tutto ciò, mentre nella parte rivolta a riformare larticolo 18 il Governo si è infilato in una mediazione arzigogolata da cui scaturisce una soluzione talmente confusa da offrire qualche argomento inconfutabile al conservatorismo della sinistra. Per di più, non ha neppure trovato il coraggio di mettere tutti davanti al fatto compiuto varando la riforma con decreto legge.
Con un provvedimento legislativo ordinario Monti si è messo nelle mani dei partiti, i quali ci auguriamo sapranno trovare una mediazione sullinsieme dei temi affrontati e non solo sugli aspetti emblematici dellarticolo 18. Il centro destra, se conserverà un barlume di lucidità, pretenderà sicuramente una revisione delle norme sulla flessibilità in entrata, in senso meno giacobino, nellinteresse delle imprese e quindi anche dei lavoratori. Ma su questi temi abbiamo già avuto occasione di scrivere.
Le novità intervenute negli ultimi giorni sono importanti perché gettano un cono dombra sulloperazione che e stato il fiore allocchiello del Governo: la riforma delle pensioni. Con uno spregiudicato intento scandalistico alcuni programmi televisivi ed alcuni quotidiani hanno messo in luce (in verità la questione era nota) una preoccupante conseguenza della riforma Fornero: il rischio che alcune centinaia di migliaia di persone rimangano, per anni, senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza pensione. La storia va raccontata con precisione e correttezza.
La riforma è intervenuta pesantemente sui requisiti del pensionamento, specie per quanto riguarda letà pensionabile. E correttamente il Governo si è posto il problema di salvaguardare, garantendo loro il diritto di andare in quiescenza con i previgenti requisiti, quanti hanno perso il lavoro. Così sono state individuate alcune deroghe
Sotto la pressione dei partiti, si è affrontata la questione, impropriamente, nel decreto Milleproroghe, includendo i c.d. esodati (con lindicazione di alcuni criteri di individuazione da perfezionare con un decreto ministeriale entro giugno) nel
l Governo si è riservato di provvedere in qualche modo nel decreto di giugno, ma la situazione è complessa sul piano politico. Di ammortizzatori sociali, infatti, si parla anche sul tavolo del mercato del lavoro. Ecco allora la trappola: non si può escludere che lincremento delle aliquote contributive, anziché servire al riordino degli ammortizzatori sociali, venga dirottato a coprire il buco creato di
Ma questa strettoia, da cui ci auguriamo lesecutivo sia capace di uscire, mette chiaramente in luce un aspetto di carattere più strutturale che si traduce in un vero e proprio giudizio politico: non ha un senso compiuto dare corso ad una riforma ritenuta la più severa in Europa; tanto severa da richiedere che non si applichi a centinaia di migliaia di persone. Non ha un senso compiuto che si debbano usare importanti risorse (non ancora disponibili) per escluderne dallapplicazione una platea enorme di soggetti interessati (scontentandone altrettanti i cui casi non possono essere presi in considerazione per tanti motivi pratici ed economici). Sarebbe stato molto meglio impostare un percorso più graduale di riforma, dando modo al sistema pensionistico di gestire la fase di transizione senza porre problemi molto seri ai cittadini e alle loro famiglie.
E difficile che il Governo ritorni sui suoi passi e corregga la riforma anziché arrabattarsi nel complicato intreccio delle deroghe. LEuropa ci guarda dicono i mercati non ci perderebbero un passo indietro anche parziale. E credibile, però, che la Ue e i mercati non si accorgano di quanto sta alle spalle della facciata della riforma ?
Sugli “esodati”e non solo il governo Monti dà mostra delle prime difficoltà
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