Nell’ ultima rubrica, destinata all’ entrata in funzione della valutazione delle scuolee degli insegnanti, avevamo riportato una voce critica, attribuendola al cosiddetto Gruppo dei Cinquecento, da noi geograficamente confuso col “Gruppo di Firenze”, mentre fa capo a Torino. I fiorentini, con una lettera a nome di tutti, del prof. Giorgio Ragazzini, chiariscono di non aver nulla a che fare coi protestatari piemontesi, ed anzi di essere favorevoli alla valutazione di insegnanti e dirigenti. “Per questo – prosegue la lettera – pensiamo, però, che si debba cominciare dal basso; il che significa poter prendere gli opportuni provvedimenti per garantire che tutti gli studenti abbiano docenti adeguati e presidi competenti”. Nella lettera si ricorda come il precedente concorso promosso dal ministro Luigi Berlinguer affondòa causa della fortissima resistenza della categoria, “blindata dietro la convinzione che fosse ingiusto essere pagati diversamente a parità di lavoro”. Ragionamento che nella sua fasullagine potrebbe essere tranquillamente rovesciato, come del resto, pur senza dirlo, riconosce lo stesso prof. Regazzini quando afferma che “certamente tra chi protestava c’ era anche chi rifiutava puramente e semplicemente di essere in qualsiasi modo valutato. In pari tempo lo smantellamento del corpo degli ispettori scolastici è stata una conseguenza e insieme una riprova di questa cultura politica”. A riprova di questa desolante affermazione ho ricevuto una documentata lettera di un insegnante ed ex preside di lungo corso, il prof. Alberto Moreni di Firenze, che mi segnala “un grave problema che rischia di compromettere la pressoché completa estinzione del Corpo ispettivo della scuola, terza gamba (azzoppata) del nuovo Sistema nazionale di valutazione. <...& Poiché i pochi ispettori tuttora in attività sono stati quasi tutti reclutati attraverso un concorso bandito nel lontano 1989 e il successivo concorso, bandito 19 anni dopo, nel gennaio del 2008, per il reclutamento di 145 nuovi ispettori, siè concluso solo pochi giorni fa in modo sostanzialmente fallimentare: con soltanto 57, dei circa 13.000 candidati, ritenuti ' idonei' . Inoltre, nei cinque anni durante i quali il precedente concorso si è trascinato, quasi tutti i dirigenti tecnici sono andati in pensione senza possibilità di essere sostituiti e gli organici di diverse regioni sono rimasti completamente scoperti. In Toscana, per esempio, per le attività che interessano più di 1500 scuole statali e paritarie, non è rimasto più nemmeno un ispettore". Un altro tema controverso è la scelta per l' iscrizione alla prima liceo su cui convergono molte pressioni (informazioni dei genitori, passaparola, consigli degli insegnanti, notizie del servizio online.) Molto spesso prevalgono le aspirazioni dei genitori più che le competenze e le inclinazioni dello studente. Ne deriva che le scuole migliori sono le più gettonate e si trovano a dover fronteggiare un flusso doppio del contenibile ma, proprio per questo, vengono messe sotto accusa dai sindacati, in particolare dalla Cgil, che abborre "ogni criterio meritocratico, e lo giudica solo un danno per gli alunni". Un' affermazione paradossale, senza precedenti nel mondo dello studio, che va smontata respingendo l' astratto giudizio sindacale secondo cui tutte le scuole sono eguali. Così va anche smorzata la spinta dei genitori alla ricerca di una scuola "che offra qualcosa di più" delle altre. Tutte ragioni per avviare rapidamente una valutazione esterna degli istitutie favorire processi di miglioramento, basati su parametri obbiettivi che attraggano studenti senza mantenere processi inerziali (scelta dell' indirizzo, ecc.). In tutto questo processo il primo ad essere valutato deve essere il dirigente scolastico.
Fonte: Repubblica del 25 marzo 2013Su 1.500 scuole neanche un ispettore
L'autore: Mario Pirani - Socio alla memoria
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