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Sistema Paese, per i Piccoli e le Coop gli Esami non Finiscono Mai

Con la nascita di Alleanza delle cooperative italiane che si propone di unificare le coop bianche, rosse e laiche, la semplificazione e il rafforzamento della rappresentanza d’ impresa hanno fatto un altro, importante, passo in avanti. L’ effetto imitativo, seguito alla felice intuizione delle associazioni degli artigiani e dei commercianti di costruire Rete Imprese Italia, sta mostrando i suoi frutti. C’ è solo da sperare che si estenda al terziario, dando riconoscimento e visibilità al mondo delle partite Iva e portando a fattor comune la frastagliata rappresentanza dei professionisti. Nel frattempo è di qualche interesse sottolineare come questo processo sia partito dal basso in piena autonomia e non sia frutto di una rivisitazione dall’ alto delle politiche di concertazione. La conseguenza è che, quando si riprenderà a produrre politica economica condivisa (un’ occasione è la riforma fiscale), in campo ci saranno parti sociali più robuste e motivate. Il destino però vuole che per Alleanza delle cooperative e per Rete Imprese Italia gli esami non finiscano mai e così i bravi dirigenti, che pur hanno già tagliato un primo importante traguardo, sono già chiamati ad altre prove. A rafforzare il tessuto delle loro imprese per reggere l’ urto della crisi, a dotarsi – se vogliamo – di una loro politica industriale. In questo sforzo sicuramente l’ Alleanza delle cooperative parte avvantaggiata grazie a un portafoglio aziende che conta sul leader italiano della grande distribuzione (Coop Italia), il quarto gruppo bancario (le Bcc), una grande assicurazione (Unipol), la metà della filiera agro-alimentare e alcune grandi imprese delle costruzioni. Quanto più si riusciranno a integrare queste attività tanto più l’ intero sistema Paese dovrebbe giovarsene. E i Piccoli? Anche loro possono coltivare un disegno di politica industriale (senza aspettare la politica)? La risposta in questo caso è fin troppo facile: sì, devono pigiare l’ acceleratore costruendo reti di impresa e favorendo le aggregazioni. E forse in questo momento non lo stanno facendo con la determinazione necessaria.

Fonte: Corriere della Sera del 28 gennaio 2011

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