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Sì dell’Europa al piano italiano, manovra in aula

Ora siamo valutati bene in Europa, siamo considerati affidabili. Abbiamo ragione di essere orgogliosi Giulio Tremonti, ministro dell’ Economia
Tremonti: giusta nei tempi e nei pesi. La carica di 1.700 emendamenti. Domani il voto di fiducia «Fronte unito» Lo spiraglio di Bossi Il «fronte è unito» conferma Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni, che domani si riunirà Si punta sull’ apertura segnalata da Bossi, un miliardo di sconti per le Regioni più virtuose.
Arriva in aula al Senato la manovra economica. Una «manovra giusta nel tempo, giusta nel quanto e giusta anche per come uscirà presto dal Parlamento» dice il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti, che oggi affronta a Bruxelles il giudizio dell’ Ecofin puntando sulla promozione del bilancio italiano. Accompagnano il provvedimento ben 1.700 emendamenti presentati dai gruppi parlamentari: il più importante,il maxiemendamento del governo, sarà però depositato solo oggi. L’ articolato, sul quale verrà posta la fiducia, è comunque già pronto. E non contiene grosse sorprese rispetto al testo uscito dall’ esame della Commissione Bilancio di Palazzo Madama e integrato dalla proposta annunciata dal sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, per portare a 120 le rate per la ripresa dal 1° gennaio 2011 dei versamenti tributari e contributivi. A dire di sperare ancora in un ritocco sono le Regioni, che continueranno fino all’ ultimo momento il pressing per convincere il governo, ed in particolare Tremonti, a modulare diversamente i tagli previsti.I governatori fanno soprattutto affidamento sulla disponibilità di Silvio Berlusconi, come ancora ieri ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, dopo un incontro col premier: «Berlusconi è personalmente impegnato a cercare di dare una risposta ai problemi che legittimamente abbiamo sollevato: i tempi stringono, ma fino a che ci saranno spazi di tempo continuerò a lavorare insieme a tutti i miei colleghi, presidenti di Regione e al presidente del Consiglio per trovare una soluzione». C’ è chi punta pure, ma senza convinzione, sugli sconti per un miliardo ipotizzati dal leader della Lega, Umberto Bossi. Il «fronte è unito» conferma Vasco Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni, che domani si riunirà e prenderà in esame i piani di impatto della manovra sui servizi e sulle ricadute per i cittadini preparati dai governatori. Cambiamenti di rotta sulla manovra, però, appaiono improbabili, tanto che ieri si è delineata l’ ipotesi di trovare una soluzione per venire incontro alle richieste delle Regioni nei decreti attuativi del Federalismo fiscale. In ogni caso Tremonti non sembra proprio disponibile a cedimenti sulla tenuta dei saldi di bilancio. A Bruxelles oggi è in arrivo il voto positivo dei colleghi europei: «Può essere un buon giorno per il bilancio pubblico italiano, per i nostri conti pubblici» dice rilevando come le cifre presentate dall’ Italia siano «in linea con le previsioni e con le raccomandazioni ricevute» e siano valutate positivamente «dai nostri soci europei e dai mercati». Ciò vuol dire che «va bene anche la manovra, giusta nel tempo e nel quanto». Sulle differenze tra l’ Italia e i partner europei nel far fronte alla crisi «ogni Paese ha la sua specifica, la sua caratteristica: tante volte siamo stati sotto, adesso siamo valutati bene, seri e affidabili, abbiamo ragione di essere orgogliosi». Quanto alla manovra ieri il relatore di maggioranza Antonio Azzollini, ha smentito l’ ipotesi che nella manovra sia contenuto una sorta di «archeocondono» a favore di chi possiede illegittimamente reperti archeologici, sulla quale aveva lanciato l’ allarme la capogruppo del Pd in commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. Sono comunque molte le modifiche che sono state introdotte in commissione Bilancio: si va dall’ innalzamento a 65 anni dell’ età pensionabile delle donne nel pubblico impiego alle novità sui falsi invalidi e sui certificati verdi, al pacchetto fiscale per le imprese e al giro di vite sulle assicurazioni. Molti i fronti di protesta, dai medici alle forze di sicurezza, a cui si sono aggiunti nelle ultime ore anche i diplomatici che hanno proclamato uno sciopero per il 26 luglio.

Fonte: Corriere della Sera del 13 luglio 2010

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