Sul vertice europeo, in corso a Bruxelles, è piombata la notizia della crisi di Governo in Portogallo: il Presidente del Consiglio José Socrates, ha dato le dimissioni dopo avere tentato senza successo di fare approvare dal Parlamento il piano di austerità concordato per avere accesso agli aiuti europei. E difficile dire se ed in che misura la notizia inciderà sui testi del patto per leuro in fase di messa a punto.
Nella versione concordata l11 marzo (consultabile sul sito ufficiale dellUE, http.europa.eu) viene depennato il cosi detto compromesso Carli, la clausola introdotta, nellultima fase del negoziato di Maastricht, in base alla quale il rapporto tra stock di debito pubblico e Pil degli Stati dellunione monetaria avrebbe dovuto tendere al 60%. Il testo allapprovazione del vertice prevede un calendario preciso pur se in circostanze eccezionali si potrà fare valere la tipologia del debito (quanto sullestero,quanto sullinterno, quanto finanziato da risparmio delle famiglie). E unapertura molto stretta: occorre chiedere la presa considerazione di circostanze eccezionali. Per lItalia sarà meno facile di quanto si pensasse perché, la propensione al risparmio delle famiglie è diminuita dal 14% al 12% da fine 2009 a fine 2010.
Le regole UE determineranno, per i 17 delleuro, manovre impegnative per i prossimi tre esercizi finanziar. Per lItalia sarebbero nellordine di 15-20 miliardi di euro lanno (tenendo anche conto dellesigenza di portare al di sotto del 3% il rapporto deficit :PIL) . Queste stime sono state effettuate sulla base di tre modelli econometrici (Bce, Fmi e Ocse), nonché utilizzando il consensus ( i 20 maggiori istituti internazionali privati). Le differenze tra consistenza minima e massima dipendono dai tassi di crescita delleconomia mondiale ed europea (nonché italiana) che si ipotizzano per il periodo 2011-2014 nonché dalla volontà UE di fare scattare la clausola delle circostanze eccezionali . Per lItalia, le previsioni di crescita sono sull1,5% del Pil. A mio giudizio,, si potrebbe raggiungere il 2% grazie ad un accelerato programma di liberalizzazioni (soprattutto a livello locale), . privatizzazioni pure in settori considerati strategici (energia, radio-televisione) e laumento del peso di stranieri nellazionariato delle rispettive holding o imprese. So bene che su questo punto il dibattito è apertissimo e le controversie sono motivate e forti. Tutti possono invece concordare sul fatto che un contributo può venire dallapplicazione rigorosa delle nuova legge di contabilità dello Stato e dal pronto azzeramento (come fece il Governo Amato nellestate 1992) delle contabilità speciali dove si annidano residui passivi: come disse allepoca il Dr.Sottile, possono diventare allimprovviso inondazioni di spesa n.d.r.- come quelle conseguenti di disastro del Vajont. Su questo scenario , incombe per noi e per gli altri la prospettiva di un aumento dei tassi dinteresse quando il 7 aprile si riunirà il Consiglio Bce. Il rischio , lo dice anche Bradford DeLong (ex sottosegretario al Tesoro Usa ed ora professore a Berkeley in California) in un saggio su The Economists Voice, è che ciò potrebbe strozzare la ripresa in molti Paesi europei proprio mentre essa si sta avviando. Arduo prevedere se i rappresentanti dellItalia al Consiglio Bce vorranno e potranno fare sentire la loro voce. Quelli di Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo sembrano consegnati al silenzio. Mentre dovrebbero anche loro e non solo loro ricordare che la sostenibilità politica e sociale è colonna portante di qualsiasi unione monetaria. Le crisi in Grecia e Portogallo lo testimoniano.
Si decide nell’area di rigore il futuro dell’unione monetaria
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