Il 2014 inizia con un dato incoraggiante: il tasso dei Btp va sotto il 4%, con lo spread (differenziale) sui Bund ai nuovi minimi dal 2011. A questo elemento se ne aggiungono altri: la Borsa esulta (ma non è chiaro sino a quando) trascinata dalloperazione Fiat-Chrysler. Lindustria (specialmente le piccole e medie imprese) intravedono la fine del tunnel e la finanza pubblica sembra (per ora) in sicurezza. Il contesto macroeconomico internazionale, tuttavia, è meno favorevole di quel che sembra: nel numero in edicola il 4 dicembre, leditoriale del prestigioso settimanale «The Economist » avvertiva: «Lottimismo potrebbe portare con sé una cattiva notizia, perché rischia di fare aumentare i tassi dinteresse e ridurre lappetito dei politici per le riforme». Il commento si riferiva allinsieme dei Paesi ad alto reddito . Tornando allItalia, i 20 maggiori istituti econometrici stimano una crescita reale dello 0,4%, superiore, in Europa, solo a Grecia, Slovenia e Cipro (tre Paesi in recessione) e inferiore, a livello mondiale, alla crescita stimata per Bermuda e per quella Repubblica Centrafricana tuttora in guerra guerreggiata. Il rischio è che sia un «0,4%» così labile da passare, al più piccolo fruscio, nuovamente al segno «meno». Nellipotesi migliore, gli italiani dovrebbero aspettare sino al 2024 per tornare ai redditi procapite del 2007. Non solo. Negli ultimi 12 mesi i prezzi al consumo sono aumentati appena dell1,3% e solo dello 0,1% in dicembre . È presto per dire se i saldi di questa stagione ravviveranno la domanda. Per ora, le previsioni sono di un aumento complessivo dei prezzi al consumo dello 0,3% nel 2014. Mancherebbe quella leggera inflazione (durante il negoziato per il trattato di Maastricht la si stimava al 2% lanno) che fa da lubrificante a un sistema economico. Rischio di una nuova recessione? In termini tecnici si ha una recessione quando il Pil si contrae per due semestri consecutivi. Oscar Wilde diceva che le previsioni sono difficili se concernono il futuro. Nonostante questa ironica nota di cautela, una nuova recessione non sembra dietro langolo. Ma siamo alle prese con un fenomeno forse più grave perché più pervasivo. Lo analizzano due economisti siciliani, Sebastiano Bavetta (Università di Palermo) e Pietro Navarra (Università di Messina) nel saggio appena uscito dal titolo «Il Vantaggio delle Libertà»: gli italiani hanno perso fiducia in se stessi e negli altri, e questa è una spiegazione del tracollo della produttività. A livello teorico, un saggio recente di Jean-Philippe Maty dellUniversità dellIllinois teorizza in «Melancholy Politics» leconomia e la politica economica della melanconia che, senza fare scivolare in lunghe e profonde recessioni, il mondo tiene il motore a livello basso.
Fonte: Avvenire del 4 gennaio 2014Senza crescita, gli effetti di un differenziale basso saranno vanificati
L'autore: Giuseppe Pennisi
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Giuseppe Pennisi è nato a Roma il 24 gennaio 1942 ed è socio del Club dell'Economia dal mese di marzo 2003. Dal febbraio 1995- Presidenza del Consiglio dei Ministri- Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Titolare dell'insegnamento di finanza pubblica e responsabile dell'area valutazione e programmazione dell'intervento pubblico. 1992-1995 Direttore Ufficio per l'Italia - Organizzazione Internazionale del Lavoro in posizione "fuori ruolo" dalla pubblica amministrazione. 1988-1991 - Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale - Dirigente Generale responsabile dei problemi occupazionali strutturali nel Mezzogiorno 1982-1988 - Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica- Dirigente Generale. Ha ricoperto i seguenti incarichi: 1986-1988¸ Consigliere economico presso il Centro di Investimenti della FAO in posizione di "fuori ruolo" dalla pubblica amministrazione. 1985-1986 Consigliere ministeriale responsabile per la politica economica internazionale.1982-1987 Direttore del Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici. 1968-l982 -Banca Mondiale Ha ricoperto i seguenti incarichi: 1980-82 Program Coordinator (Capo di Gabinetto-Vice Presidenza Africa Occidentale).1973-80 Direttore -Divisione Programmi e Progetti Istruzione e Formazione Professionale -Africa Orientale ed Australe. 1972-73 Consigliere Economico Senior Dipartimento Progetti - Asia 1970-73 Economista - Dipartimento Progetti 1968-70 Economista - Dipartimento Europa, Medio Oriente e Nord Africa. 1965-1968- Ricercatore in materia di economia internazionale e politica commerciale presso la Johns Hopkins University e analista economico presso società di studi e consulenza (Cespetrol) e istituti di ricerca (Istituto Affari Internazionali, Istituto per la Cooperazione Economica con i Paesi in via di Sviluppo), nonché stagista presso i servizi della Commissione della Comunità Europea e collaboratore di quotidiani e periodici in quanto giornalista pubblicista.1961-1965- Confederazione Italiana della Proprietà Edilizia - Addetto stampa (1961-63) e Capo ufficio stampa (1964-65) mentre compiva gli studi universitari. Attualmente, (2003) componente del Consiglio Direttivo dell'Istituto Affari Internazionali e dei Consigli Scientifici dell'Istituto Commercio Estero, di ItaliaLavoro, dell'Associazione Società Libera, della Fondazione Ideazione, della Fondazione Osservatorio Parlamentare, nonché del comitato incaricato della riorganizzazione del Ministero Attività Produttive e del gruppo di esperti della Fondazione Bordoni incaricato della valutazione economica della transizione alla televisione digitale terrestre.
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