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Se la delocalizzazione della Serbia comincia dalla Toscana

Capannori come Belgrado. Il comune della Lucchesia è assurto agli onori della cronaca per un’iniziativa di stampo post-keynesiano – ovvero: quando il denaro pubblico viene speso direttamente per creare attività economica – che potrà far storcere il naso a qualche liberista purista (ammesso che ne sia sopravvissuto almeno un esemplare), ma spiazza, soprattutto, per la buona volontà e insieme il velleitarismo che denota.
Cos’ha fatto Giorgio Del Ghingaro, sindaco di centrosinistra di Capannori? Ha varato una norma municipale che prevede la corresponsione di un incentivo economico del Comune variabile dai 3000 ai 5000 euro per chiunque assumerà un lavoratore disoccupato attinto a un albo che verrà preparato entro metà giugno cui potranno iscriversi – come ha riportato in dettaglio il Corriere della Sera – giovani in cerca di occupazione, laureati fino ai 35 anni, disoccupati da almeno 2 anni di qualunque età o da almeno un anno se ultracinquantenni. Se assunti a tempo indeterminato, i giovani e gli over 50 porteranno la dote massima, 5000 euro (con la strana condizione aggiuntiva che siano tenuti a libro paga per almeno 5 anni!); se assunti a termine, per meno di 5 anni, 3000 euro, ecc.
Che c’entra Belgrado? C’entra, perché le aziende italiane come la Fiat e la Omsa che investono da zero (nel primo caso) o delocalizzano (nel secondo) in Serbia, anziché investire in Italia lo fanno non solo perché il costo del lavoro “a regime” è tra un sesto e un settimo rispetto a quello italiano, ma anche perché in molti casi, per esempio in quello Omsa, il governo di Belgrado copre interamente il costo dei primi due anni di stipendio dei nuovi assunti: un’operazione-Capannori all’ennesima potenza. Facile capire come questo genere di incentivi crei un’asimmetria concorrenziale imbattibile tra l’Italia e altri stati anche geograficamente molto vicini e nonostante – per esempio nel caso serbo – alcuni di questi Stati si candidino a essere parte dell’Europa a 27 o ne siano addirittura già membri.
A quale corollario conduce questo discorso? A uno, molto semplice: oltre a tutti i problemi gravi che frenano l’economia italiana e rallentano il risanamento della spesa pubblica non bisogna mai dimenticare di aggiungere lo spontaneismo e il particolarismo localista, accentuato forse irreversibilmente dalle varie riforme ottenute negli ultimi anni dalla Lega, per cui un sindaco, magari anche in buona fede e a fin di bene, può lanciare iniziative che chiaramente lasciano il tempo che trovano, ottengono un po’ di visibilità, fanno propaganda ai loro promotori, gli procurano qualche titolo di giornale e si traducono in sostanziali soldi buttati.
Detto questo, quando ci sono regioni a Statuto speciale che mantengono il triplo o il quadruplo del personale pubblico necessario, quando solo per decidere di non decidere sulle olimpiadi romane del 2020 si sono buttati 300mila euro e il Quirinale costa il quadruplo di Buckingham Palace, perché cominciare a fare i severi proprio da Capannori? Buon pro se qualche imprenditore sarà così “baluba” da assumere o non assumere un dipendente in funzione dei 3 o 5 mila euro che potrà intascare dal Comune.

Fonte: Sussidiario.net del 5 maggio 2012

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