• sabato , 23 Novembre 2024

Roma alla sfida del Brennero

Vediamo come reagisce oggi l’Italia al Consiglio dei ministri dei Trasporti che si riunisce a Bruxelles. L’Austria vuole tagliare i fondi per il Brennero e questo farà perdere a Roma, che sta rispettando gli impegni, un parte dell’assegno europeo. per una volta, a differenza del fronte del tunnel occidentale, noi siamo quelli con le carte in regola. Chissà se riusciremo a farci sentire?
Ecco cosa è successo…
La voglia di rigore e il sogno di un ritorno alla «Tripla A» per i conti pubblici hanno convinto l’Austria ad alleggerire la Borsa coi soldi per il nuovo Brennero. «La decisione è presa, l’annuncio ufficiale verrà fra pochi giorni», sussurrano fonti a conoscenza del dossier. Il taglio sarebbe nell’ordine del 30% dello stanziamento previsto, con una sforbiciata che di qui al 2016 potrebbe arrivare a 450 milioni. «La partecipazione al programma non è messa in dubbio – assicurano voci diplomatiche viennesi -. Abbiamo preso un impegno con l’Ue e anche con le valli che chiedono un minore traffico pesante su strada: lo rispetteremo».
Non è così semplice. I 55 chilometri della galleria sotto le Alpi destinata a sveltire il traffico fra Italia e Austria dovrebbero comportare un costo complessivo di 8 miliardi. La cifra comprende i 786 milioni di euro che l’Ue ha deciso di stanziare dal bilancio delle reti transeuropee (Ten-T) per il periodo 2007-13; il contributo complessivo a questo transito cruciale della linea fra Palermo e Berlino è attualmente indicato a un miliardo. Martedì il coordinatore europeo Pat Cox ha affermato che la dote a dodici stelle potrebbe salire nel 2014-2020 al 40% dall’attuale 27, cosa che alleggerirebbe significativamente il fardello dei costruttori.
Il resto se lo spartiranno Roma e Vienna. Il problema, spiegano le fonti, nasce nel momento in cui l’erogazione dei fondi Ue avviene in misura collegata agli esborsi nazionali. Sinora, sono stati appaltati lavori per 550 milioni; Italia e Austria si sono vincolate a finanziarne altri 1,6 miliardi entro il 2016. Se però la nostra controparte dovesse ridurre il budget, per quanto temporaneamente, anche i pagamenti di Bruxelles verrebbero decurtati. E noi, più che altro le Fs, ci ritroveremmo in qualche imbarazzo, oltretutto giustificato dal fatto di aver sinora rispettato la tabella di marcia.
Capita però che l’Austria del cancelliere socialdemocratico Faymann sia distratta dal rigore. La crisi del debito sovrano le ha fatto perdere la massima valutazione come venditore di buoni del tesoro, l’ambitissima Tripla A. L’operazione recupero punta a scendere sotto il 3% del rapporto deficit/pil nel 2013, obiettivo che la Commissione Ue reputa fattibile. Occorre austerità e il Brennero ne farà le spese. «Saranno cambiati alcuni interventi e si risparmierà su talune soluzioni per i lavori», dice una fonte austriaca.
Gli italiani non sono contenti. A Bruxelles si raccolgono commenti seccati, c’è malumore per la contraddizione evidente fra le politiche di sviluppo concordate dai ventisette e quelle contemporanee di austerità ordinate per imbrigliare i conti. Oggi, al Consiglio dei ministri dei Trasporti Ue l’agenda propone proprio un dibattito sulle Ten-T. Ci si attende che il pressing del governo sugli austriaci vada oltre le parole di circostanza.

Fonte: La Stampa del 22 marzo 2012

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