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Rischio Atene sistemico Senza prepararsi l exit non sara ordinato

Al termine di una lunga giornata di negoziati bilaterali il cancelliere tedesco e il premier greco, la signora Merkel ha pronunciato la frase chiave: «Tutto deve essere fatto per evitare il default». Ci sono elementi che le fanno temere ripercussioni negative sull’area dell’euro e sulla stessa Germania? Di una ‘Greekexit’ caotica in quanto non preparata? Sulla scrivania sua e dei ministri economici dell’Eurozona c’è un saggio in uscita nel prossimo fascicolo dell’autorevole Review of Finance . L’argomento è il «rischio sistemico in Europa». Gli autori sono Robert Engle di New York University, Eric Jandeauy della Université de Lausanne e Michael Rockinger. Tre nomi di tutto rispetto e che conoscono a fondo i sistemi bancari e i mercati. Il saggio ha una parte teorica su cosa si deve intendere «rischio sistemico» e una parte empirica in cui il modello e gli strumenti di analisi elaborati nella sezione teorica vengono applicate alle 196 maggiori istituzioni finanziarie europee nel periodo 2000-2012. La conclusione è che in alcuni Paesi il costo per i contribuenti di salvataggi bancari è stato superiore ai benefici. E che alcune banche erano troppo grandi per essere salvate. A conclusioni analoghe giunge una raccolta di ‘casi di studio’ curata da Rosalind Wiggings e Andrew Metrick che l’Università di Yale sta pubblicando su salvataggi e contagio globale dalla crisi del 2008. Cosa c’entra tutto questo con la Grecia? Le Repubblica Ellenica è come una grande banca nei guai, i cui creditori sono ormai i maggiori Stati dell’eurozona ed i cui correntisti sono in pieno fuggi, fuggi. Un suo crollo può portare a picco il Fondo Salva Stati ed il Fondo per le banche in dissesto di quel Single Resolution Mechanism (SRM) sino ad ora mai utilizzato. Andrebbe, quindi, a gambe all’aria anche la neonata Unione bancaria. Con conseguenze nefaste per l’Eurozona. Il costo potrebbe essere molto alto anche perché un nuovo indicatore di financial stress elaborato dalla Banca centrale olandese, ed applicato a 28 Paesi Ocse, mostra, con tutti i limiti connessi a nuovi strumenti, che nonostante le misure degli ultimi tempi, molte banche sono fragili e un tracollo greco potrebbe aggravarne le pene. In breve, se la Grecia non è in grado di restare nell’Eurozona (e forse non lo è mai stata), meglio prepararne l’uscita.

Fonte: Avvenire - 25 Aprile 2015

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