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“Riforme e rigore per convinvere i mercati”

«Gli interventi adottati dall’estate miglioravano i conti pubblici, ma non erano sufficienti: per un riequilibrio strutturale e duraturo è essenziale che il Paese torni a crescere». Sono da poco passate le dieci e mezza e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, scandisce il suo nuovo appello per le riforme all’inizio del suo intervento al congresso dell’associazione italiana dei magistrati per i minorenni, dedicato alla assoluta necessità di potenziare quei cambiamenti strutturali che Banca d’Italia chiede da tanto tempo, sottolineando in particolar modo la necessità di aumentare la dotazione di capitale umano del nostro Paese. Colmare il gap con i Paesi maggiormente industrializzati sul terreno dell’istruzione, il nuovo responsabile di Palazzo Koch ne è profondamente convinto, può essere un toccasana per lo sviluppo italiano. Ma passare più tempo della propria vita a studiare serve a a innalzare il senso civico e il capitale sociale, che sono valori in sé, sottolinea il responsabile di Palazzo Koch «indipendentemente dai loro effetti positivi sulla crescita».
Mentre Visco parla, arrivano i risultati dell’asta dei Bot semestrale: quasi raddoppiati dall’asta precedente, al 6,504% dal 3,535%: il ministero dell’Economia ha piazzato anche 2 miliardi di Ctz per 2 miliardi al 7,814% ed è salito al livello record dell’8% anche il tasso del Btp a due anni. È ovvio che l’attenzione di Banca d’Italia alla dinamica dei mercati è massima, ma Visco non fa nessun commento a caldo con i giornalisti presenti. In serata, chiarirà in modo molto netto il suo pensiero: «Questi tassi non sono un indicatore equilibrato della situazione economica corrente e delle sue prospettive. Sono il riflesso di una dinamica di mercato. E andranno contrastati con misure credibili quali quelle che il governo sta elaborando. Confidiamo che nei tempi indicati il governo darà attuazione alle misure congiunturali e definirà i necessari interventi di struttura». Del resto, già mentre rientrava a Roma per dar seguito a un’agenda fittissima di appuntamenti interni e internazionali, Visco ha spiegato diffusamente a Il Sole 24 Ore perché in questo momento è così importante e urgente dare nuove prospettive alle potenzialità di crescita del Paese, attraverso gli interventi strutturali. Quello che serve – è il suo ragionamento – è convincere i mercati attraverso le misure di rigore e le riforme per crescita che l’economia italiana ripagherà il suo debito e che ha tutte le potenzialità per farlo. È per questo motivo che secondo il governatore «è necessario un complesso organico di misure che, anche se hanno effetti differiti nel tempo non siano per questo meno efficaci e credibili». Ed è in questo modo, sottolinea il numero uno di Palazzo Koch, che chi investe nel Paese diviene più sicuro di fare un buon investimento.
Visco è consapevole del fatto che in questo momento il nostro Paese si trova di fronte a problemi che lo riguardano direttamente solo in parte.
«Però l’Italia – osserva – soffre di mali che hanno una radice antica»: il suo difetto di crescita, tra l’altro, va ricondotto, anche al ritardo e alle incertezze con cui il sistema produttivo ha risposto negli ultimi vent’anni alle sfide dell’innovazione tecnologica, dell’affermarsi sulla scena mondiale di nuove economie, del deciso aumento dell’integrazione europea. «L’ingresso nell’Unione monetaria – ha sottolineato Visco, davanti alla platea catanese – ha fatto venir meno gli effimeri guadagni derivanti dalla svalutazione nominale del cambio, ci ha imposto un maggior rigore fiscale per rispettare i patti europei». Oggi, i mali antichi di cui soffre l’economia italiana sono cristallizzati e visibili nel suo stock del debito pubblico elevato. «Infatti – sottolinea Visco – l’Italia pur avendo una situazione di flussi di bilancio pubblico migliore di altri Paesi, elemento certificato anche dal Fondo monetario internazionale oltre che dal nostro secondo rapporto sulla stabilità finanziaria, ha questo debito elevato». I mercati, chiarisce il Governatore, hanno una loro dinamica e sappiamo che è molto difficile convincerli.
Ma la possibilità di farlo in tempi brevi c’è. Ed è legata secondo il responsabile della banca centrale italiana, a una strategia articolata in tre elementi. «Il primo fattore – afferma – sono gli interventi di politica di bilancio del governo, che in questo momento sono essenziali. Il secondo elemento strategico – aggiunge il Governatore – è il piano per la crescita e il modo in cui questo piano viene organizzato e comunicato a chi ci osserva. «Il terzo elemento – conclude – dipende dalla cooperazione internazionale, che in questo momento è concentrata sul mercato finanziario e del credito».
Una strategia a tre stadi, insomma. Per la quale, viene da pensare, resta ancora valido quel titolo a tutta pagina del nostro giornale, che riprende la famosissima, gigantesca serigrafia di Andy Warhol del 1981, di proprietà della collezione Terraemotus della Reggia di Caserta:« Fate presto!»

Fonte: Sole 24 Ore del 26 novembre 2011

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