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Ricambio Bankitalia. I quattro passi per la successione

Per ora il futuro presidente della Bce non cambierà abitudini. Continuerà a fare, come negli ultimi cinque anni, il governatore della Banca d’ Italia. Fino a quando, il primo novembre, non cambierà veste e si trasferirà a Francoforte per ricevere le consegne da Jean-Claude Trichet. A Palazzo Koch non ci sarà alcuna vacatio, quindi. E nessuna fretta di trovare una nuova guida. La successione in Banca d’ Italia sarà tuttavia disegnata ben prima del cambio di testimone alla Bce, forse già alla vigilia della pausa estiva. Anche perché il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha l’ ultima parola sulla nomina del governatore, sembra non voglia trascinare troppo a lungo l’ interrogativo sul dopo Draghi. Ed esorta a rispettare con grande attenzione dei tempi le articolate procedure previste per la nomina del governatore «a garanzia dell’ efficacia e della trasparenza». Nell’ incontro avuto col premier Silvio Berlusconi, al termine della verifica parlamentare, Napolitano avrebbe chiesto proprio questo: di individuare un nome e di far partire le procedure. Che sono complesse: si parte dalla proposta del presidente del Consiglio che deve però sentire il Consiglio dei ministri. Quindi sarà la volta del parere del consiglio superiore della Banca d’ Italia, convocato in seduta straordinaria, e infine del presidente della Repubblica cui spetta firmare il decreto di nomina dando il beneplacito finale. Due le candidature forti finora emerse: quella interna del direttore generale della Banca, Fabrizio Saccomanni, e quella esterna del direttore generale del ministero del Tesoro, Vittorio Grilli. Quest’ ultimo può contare sull’ aperto sostegno del ministro Tremonti, che nel suo serrato confronto col presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulla manovra economica avrebbe incassato il consenso del premier sulla sua indicazione. Con buona grazia delle critiche che imputano a Grilli, al di là del suo indiscusso valore professionale, proprio la stretta collaborazione col governo e col ministro dell’ Economia. Il direttore generale del Tesoro peraltro, proprio ieri ha accompagnato Berlusconi al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo nella sua veste di presidente del comitato economico e finanziario della Ue. Quella di Saccomanni è la candidatura sostenuta dalla Banca d’ Italia per la quale lo stesso Draghi ha spezzato una lancia nel nome della continuità nonché dell’ indipendenza e dell’ autonomia della Banca centrale. Bisogna vedere poi quale posizione prenderà Napolitano che si è recentemente soffermato sull’ importanza dell’ indipendenza della Banca d’ Italia e che comunque intende prendere una decisione dopo aver valutato attentamente tutte le indicazioni arrivate nello svolgimento delle procedure. Mario Draghi, intanto, continuerà come si è detto a seguire la sua agenda di governatore: già domenica sera sarà a Basilea per la riunione mensile della Banca dei regolamenti internazionali, quindi parteciperà l’ 8 luglio a un dibattito sulla guerra delle monete nell’ ambito degli incontri economici di Aix-en-Provence e poi il 13 luglio, il giorno in cui dovrebbero uscire i risultati degli stress test delle banche europee (ma non è escluso un rinvio per la crisi greca), interverrà col ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, all’ annuale assemblea dell’ Abi, l’ associazione delle aziende di credito. E sarà ancora come governatore e presidente dell’ Fsb che parteciperà ai vertici internazionali che si svolgeranno tra settembre e ottobre in Francia e a Washington. Da presidente della Bce manterrà ancora la guida del Financial stability board per intervenire al G20 dei capi di Stato e di governo del 4 novembre. Il mandato all’ Fsb, conferito a titolo personale e non come governatore della Banca d’ Italia, terminerà nell’ aprile 2012 e non è escluso che Draghi lo mantenga fino alla scadenza.

Fonte: Corriere della Sera del 24 giugno 2011

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