Misure di bilancio aggiuntive sono necessarie per garantire gli obiettivi di deficit annunciati, e allo stesso tempo l’agenda di riforma dovrebbe essere improntata ai principi di equità sociale e di giustizia. Lo afferma il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, nel rapporto sulla situazione italiana che ha presentato ieri sera all’Eurogruppo. Quanto ai nuovi interventi da mettere in cantiere, il rapporto afferma che «dovranno essere create delle contromisure per preservare gli obiettivi di bilancio annunciati dalle conseguenze della crescita più debole attesa in Italia e altrove. Conseguire l’obiettivo per il 2012 del deficit all’1,6% del Pil – si legge ancora nel documento – è un passo avanti essenziale verso il pareggio di bilancio nel 2013». A questo fine, è necessario creare dei “cuscinetti”, delle contromisure (buffers, nel testo), visto che le previsioni economiche d’autunno della Commissione stimano il deficit del 2012 al 2,3% del Pil. Queste contromisure «dovrebbero essere costruite con un anticipo di quelle riforme strutturali di bilancio che sono comunque necessarie».
Le modifiche da anticipare rispetto alla timetable originale comprendono in primo luogo una riduzione «più rapida» del costo delle pensioni. In secondo luogo, Rehn parla esplicitamente della necessità di uno spostamento del carico fiscale dal lavoro verso il consumo e la proprietà allo scopo di abbattere il costo unitario del lavoro, rilanciare la competitività, sostenere la partecipazione al mercato del lavoro, in particolar modo quella delle donne. A questo proposito, il rapporto cita sia l’opportunità di utilizzare la tassazione sugli immobili sia quella di rivalutare gli estimi catastali. Inoltre, si consiglia di potenziare la lotta contro l’evasione fiscale, che «dovrebbe essere rafforzata in modo decisivo» anche con un drastico abbassamento della soglia per la tracciabilità dei pagamenti elettronici.
Quanto all’aumento dell’efficienza del mercato del lavoro, il rapporto della Commissione suggerisce di «affrontare le attuali rigidità delle regole per la protezione dei posti di lavoro» ad esempio rivedendo la legislazione per i contratti permanenti in modo da «armonizzare le regole per i licenziamenti» per esempio sostituendo la protezione oggi costituita dal reintegro obbligatorio per le imprese con più di 15 addetti con quella di un pagamento di indennità di buonuscita. Il rapporto suggerisce anche di rivedere le procedure per i licenziamenti collettivi, «semplificandole ed allargandole». Inoltre, Rehn propone di nazionalizzare e ridurre l’uso dei contratti atipici e, allo stesso tempo, generalizzare maggiormente l’attuale, frammentato sistema dei sussidi di disoccupazione, a condizione di trovare misure di compensazione finanziaria.
«L’Italia deve elevarsi rapidamente al livello della formidabile sfida che ha di fronte», osserva il rapporto, osservando che «il nuovo governo ha le competenze per disegnare un pacchetto di riforme complessivo e coerente, che può dare impulso alla crescita e ripristinare la fiducia». «Come il primo ministro Monti ha sottolineato, è essenziale che l’agenda complessiva di riforma sia ispirata al principio dell’equità sociale», torna a sottolineare il rapporto. E conclude: «Ripristinare la fiducia dei mercati finanziari e la capacità dell’Italia di andare avanti con le riforme necessarie dipenderà in modo cruciale dal sostegno dei partiti politici dei partner sociali e dei cittadini comuni. Per assicurare un sostegno ampio e durevole, il governo deve spiegare in modo chiaro e convincente i costi insopportabilmente alti di un eventuale fallimento, e porre i benefici per la società nel suo complesso di fronte all’inevitabile resistenza dei gruppi di interesse che temono di perdere i loro particolari privilegi».
Rehn chiede di anticipare le riforme di pensione e fisco
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