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“Recessione nel 2012, sguardo avanti”

Quest’anno dovremo convivere con un’attività produttiva in flessione e la riduzione del Pil sarà pari a 1 punto e mezzo. Ma guardare avanti si deve; soprattutto, si può, secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il nuovo responsabile di Palazzo Koch ha spiegato ieri che occorre mettere in atto le condizioni necessarie per poter nutrire un ragionevole, realistico ottimismo. Quali? La prima condizione riguarda la politica economica: «Vanno decise rapidamente – dice Visco – quelle riforme in grado di rendere l’assetto normativo favorevole e non ostile allo sviluppo economico: liberalizzazioni dei servizi, migliore funzionamento del mercato del lavoro, attenzione al capitale umano, più risposte dal sistema giudiziario». In questo modo si incide sulle aspettative e si riduce quello spread che oggi continua a generare inquietudini «attenuate, non dissipate». La seconda condizione, non meno importante della prima, riguarda l’esigenza di non far mancare la quantità di credito necessario all’economia. Se queste esigenze saranno soddisfatte sarà possibile ottenere una stabilizzazione economica già nella seconda metà del 2012 e vedere il ritorno alla crescita all’inizio del 2013.
Visco ha esordito ricordando che a novembre scorso il differenziale tra i BTp decennali e i bund tedeschi era pari a 550 punti base e che alla chiusura dei mercati di venerdì era sceso a 365 punti. Nonostante i cospicui miglioramenti «le tensioni sui mercati finanziari restano alte» ha avvertito, perchè la difficoltà di risoluzione della crisi greca continua a a trasmettere impulsi di turbolenza finanziaria. Per questo le inquietudini degli investitori in titoli di stato italiani «non sono dissipate».
Il governatore ha dato atto, poi, al governo Monti che «la politica economica in Italia ha compiuto in questi mesi progressi prima ritenuti impensabili in direzione della sostenibilità finanziaria, ad esempio sul fronte del sistema pensionistico» e che progressi altrettanto coraggiosi sono attesi su altri fronti, sui quali il governo è già impegnato come l’efficienza del sistema tributario e la lotta all’evasione la spending review la semplificazione normativa. Ma ha anche chiarito che, nel frattempo, la crisi dei debiti sovrani in Eurolandia non potrà essere risolta dalla sola azione della politica monetaria. Così, a livello europeo, vanno rese più efficaci le procedure operative dei meccanismi finanziari di sostegno e, soprattutto, «va scongiurato definitivamente il rischio di pericolosi effetti di contagio, portando a soluzione il problema della Grecia».
A livello nazionale, invece, c’è ancora spazio per l’azione della politica economica e per le riforme strutturali in grado di rafforzare le prospettive di sviluppo. «In Italia – chiarisce il governatore – le tre manovre correttive disposte fra luglio e dicembre dello scorso anno dovrebbero portare nel 2013 a un avanzo primario dell’ordine del 5 per cento del pil e a una flessione del rapporto tra debito e prodotto». La crescita economica di certo favorisce l’aggiustamento della finanza pubblica ma questa «è comunque su un sentiero sostenibile anche sotto ipotesi poco favorevoli sulla crescita e sui tassi d’interesse». Secondo i calcoli di Bankitalia, infatti, con una crescita dell’ordine dell’uno per cento e anche con uno spread sui BTp decennali stabilmente a un livello elevato cioè a 300 punti base «avanzi primari del 5% del prodotto, come quello previsto per il 2013, garantirebbero una riduzione del rapporto tra debito e prodotto maggiore di quella richiesta dalle nuove regole europee di bilancio» ovvero con le nuove regole del fiscal compact. Insomma, tenere la rotta del risanamento è possibile. Tuttavia, «in una prospettiva di medio periodo, la nostra economia deve essere rimessa in grado di crescere stabilmente a tassi sostenuti, rafforzando la competitività delle imprese»La distanza da colmare è notevole: «Rispetto ai livelli raggiunti nel 2007, il prodotto interno è ancora inferiore di circa 5 punti percentuali, il reddito reale disponibile pro-capite delle famiglie di 7 punti, la produzione industriale di un quinto. Il disavanzo corrente della bilancia dei pagamenti resta elevato». Il governatore trae le conclusioni: «Le riforme decise vanno rapidamente completate e rese operative». E tra gli interventi essenziali cita anche la lotta alla corruzione e a alla criminalità, alla quale «la società paga un prezzo elevato in termini di peggiore convivenza civile e di mancato sviluppo».

Fonte: Sole 24 Ore del 19 febbraio 2012

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