Quali strategie per i migranti.
Lennesima strage di migranti al largo dellIsola dei Conigli e della spiaggia della Tabacchiera, tra i luoghi più incantevoli di Lampedusa, ripropone il tema annoso di come gestire il flusso migratorio tra la sponda sud e la sponda nord del Mediterraneo. Sul tema, purtroppo, ci sono più interrogativi che risposte. Unimpostazione rigida rischia di vedere aumentare le stragi, perché dovrebbe fondarsi sulla repressione e sui respingimenti immediati e dunque indurrebbe i trafficanti di uomini ad abbandonare i migranti al loro destino appena si avvistano le motovedette. Daltro canto, un impostazione accogliente rischia di moltiplicare i flussi migratori, e dunque anche le stragi che ne sono un tragico effetto collaterale. E giusto chiedere un maggiore impegno dellEuropa perché Lampedusa (che tra laltro dal punto di vista geologico è lultimo lembo di Africa proteso nel Mediterraneo) è una frontiera europea e non solo italiana. E giusto rivedere le norme per facilitare al massimo i soccorsi in mare anche dei pescherecci e dei privati. E giusto aumentare per quanto possibile i controlli radar e i pattugliamenti navali e aerei per intercettare prima possibile i barconi della speranza (e spesso della morte). Ma questo non può bastare.
Lunica strategia strutturale è lintervento nei Paesi da cui partono e da cui transitano i migranti per spegnervi i focolai di guerra, ridurvi i profughi e i richiedenti asilo (come si sta facendo in Siria) e per varare programmi di pacificazione e sviluppo economico (come si sta facendo nello Shael). In questo modo si potrebbe ridurre il bisogno di migrare verso lEuropa e si potrebbero selezionare e formare a casa loro coloro che vorranno continuare a cercare fortuna nei Paesi sviluppati, che comunque avranno sempre più bisogno degli immigrati. Ecco un bel tema per la presidenza italiana del semestre europeo.
Piu’ interrogativi che risposte
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