• domenica , 22 Dicembre 2024

Piu’ interrogativi che risposte

Quali strategie per i migranti.
L’ennesima strage di migranti al largo dell’Isola dei Conigli e della spiaggia della Tabacchiera, tra i luoghi più incantevoli di Lampedusa, ripropone il tema annoso di come gestire il flusso migratorio tra la sponda sud e la sponda nord del Mediterraneo. Sul tema, purtroppo, ci sono più interrogativi che risposte. Un’impostazione rigida rischia di vedere aumentare le stragi, perché dovrebbe fondarsi sulla repressione e sui respingimenti immediati e dunque indurrebbe i trafficanti di uomini ad abbandonare i migranti al loro destino appena si avvistano le motovedette. D’altro canto, un’ impostazione accogliente rischia di moltiplicare i flussi migratori, e dunque anche le stragi che ne sono un tragico effetto collaterale. E’ giusto chiedere un maggiore impegno dell’Europa perché Lampedusa (che tra l’altro dal punto di vista geologico è l’ultimo lembo di Africa proteso nel Mediterraneo) è una frontiera europea e non solo italiana. E’ giusto rivedere le norme per facilitare al massimo i soccorsi in mare anche dei pescherecci e dei privati. E’ giusto aumentare per quanto possibile i controlli radar e i pattugliamenti navali e aerei per intercettare prima possibile i barconi della speranza (e spesso della morte). Ma questo non può bastare.
L’unica strategia strutturale è l’intervento nei Paesi da cui partono e da cui transitano i migranti per spegnervi i focolai di guerra, ridurvi i profughi e i richiedenti asilo (come si sta facendo in Siria) e per varare programmi di pacificazione e sviluppo economico (come si sta facendo nello Shael). In questo modo si potrebbe ridurre il bisogno di migrare verso l’Europa e si potrebbero selezionare e formare a casa loro coloro che vorranno continuare a cercare fortuna nei Paesi sviluppati, che comunque avranno sempre più bisogno degli immigrati. Ecco un bel tema per la presidenza italiana del semestre europeo.

Fonte: InPiu' del 4 ottobre 2013

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