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Per i pendolari valgano le regole dell’alta velocità

PERCHÉ i più abbienti devono viaggiare su treni comodi, puntuali e puliti e i meno abbienti no? Perché i bisogni dei pendolari devono passare sempre in secondo piano? Perché questa vergognosa separazione tra viaggiatori di serie A e di serie B che somiglia sempre più a una specie di “apartheid” ferroviaria? Il 2 dicembre scorso Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, e Mauro Moretti, amministratore di Ferrovie dello Stato, hanno inaugurato il nuovo Leonardo Express, che collega la stazione Termini all’aeroporto di Fiumicino. Livrea tricolore, ristylizzato (si dice così) il Minuetto offrirà adesso maggiore confort di prima e soprattutto partirà da un binario di testa (non più in fondo, tra quelli riservati alle ferrovie laziali). Tutto giusto, per carità, nulla da dire: il collegamento treno-aereo a Roma ha sempre lasciato molto a desiderare. Bene dunque che si sia facilitato e rimodernato un servizio giudicato non solo dai romani ma dai viaggiatori di tutto il mondo. Così come è giusto che si investa nell’alta velocità. Peccato però che la stessa solerzia, lo stesso impegno non si sia profuso per risolvere ad esempio i problemi di quei 75mila pendolari che ogni giorno percorrono come in un’odissea la linea Fr3 Roma-Cesano-Viterbo. Per coprire il servizio servirebbero trenta treni: ne circolano in media solo 19, come racconta nella sua cronaca su Repubblica Giulia Cerasi. All’inizio dell’anno si sopprimeva un treno alla settimana, ora si è arrivato a uno al giorno. L’indice di puntualità è sceso dal 2009 ad oggi dal 93 al 68%. E così c’è chi è costretto a prendere la corsa alle 6,30 di mattina per non arrivare tardi al lavoro. Quando vedremo Polverini e Moretti tra Cesano e Viterbo a “ristylizzare”, o più semplicemente a ridare un minimo di dignità ai treni dei pendolari?

Fonte: Repubblica del 6 dicembre 2011

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