«Marciare per non marcire» scandisce sulla scia della fraseologia vetero-fascista il sito “La destra per Milano”, dando seguito alle espressioni di plauso dei giorni scorsi per gli slogan antisemiti del senatore Ciarrapico (PdL). E poi, quasi compiaciuto di essere stato oggetto (vedi ultima “Linea di confine”) dell’ attenzione di “Repubblica” aggiunge: «Quandoi nostri nemici parlano male di noi, mentre lodano gli infami traditori finiani, è solo un buon segno, vuol dire che siamo nel giusto, che dobbiamo continuare a marciare sulla strada intrapresa». Se, quindi, torniamo a parlarne è solo per segnalare qualche ulteriore nefandezza. In primo luogo l’ abitudine di questi figuri di mascherare le espressioni antiebraiche con una specie di post scriptum afferente alla loro presunta ammirazione per Israele, con ciò aggiungendo offesa ad offesa. Come, infatti ha ribadito Gianfranco Fini chi giustifica le ingiurie agli ebrei sbandierando l’ amicizia per lo Stato ebraico «vuol dire che non ha capito nullae considera ancora gli ebrei italiani, meno italiani degli altri». In secondo luogo scorrendo i vari siti che inalberano fiamme tricolori, fasci e persino forche (vedi il sito di “Patria e Libertà” che rivendica la pena di morte) colpisce il fatto che dopo il riavvicinamento di Storace a Berlusconi tutti questi gruppi estremistici ed esplicitamente filo-repubblichini accompagnino i loro singoli stemmi con quello del PdL, quale bollo di libera circolazione all’ interno della maggioranza di governo. Una libera circolazione che da un lato reimmette nel profilo informe del PdL i veleni di cui An si era in gran parte liberata; dall’ altro autorizza alla diffusione del peggio dell’ ideologia razzista del fascismo. Tutto ciò non è casuale ma il frutto di un disegno politico tipico di Berlusconi: “Pas d’ ennemis à droite” (nessun nemico a destra), speculare al “Pas d’ ennemis à gauche” della sinistra antiriformista. D’ ora in poi l’ ideologia della maggioranza non troverà le sorgenti solo nel verbo di Bossi ma anche nei veleni non dissolti dei nostalgici di Salò. Ne sortirà il brand che dovrebbe permettere a Berlusconi di non competere ma di assorbire i movimenti dell’ estrema destra europea in rimonta ovunque. Qualcuno comincia ad accorgersene. Segnalo tra i pochi l’ editoriale di Giovanni Sabatucci sul “Messaggero” (6 ottobre) che sottolinea come quei movimenti razzisti nel resto del Continente «sono tenuti fuori dall’ area della legittimità e non hanno alcuna possibilità di coalizzarsi. Perché allora in Italia questi filtri non funzionano, perché la strategia della inclusione è così estesa e indiscriminata?… È prima di tutto necessario che le forze politiche maggiori… ricordino che in ogni democrazia esiste un confine che non può essere varcato a cuor leggero, un patrimonio originario di valori che non può essere svenduto in cambio di un pugno di voti». Dedico quest’ ultima citazione, presa tra altre analoghe dal sito ufficiale de “La Destra” storacian-berlusconista, a quanti, anche nella Comunità ebraica, mostrano di non accorgersi di quel che avviene: «Accumulazione satanica è quella che non attribuisce importanza ai soldi ma che ottiene soddisfazione dall’ impoverimento di interi Stati, ad es. quello che accadde qualche anno fa all’ Italia quando il finanziere ebraico-ungherese Soros (nato Schwartz) mosse uno straordinario attacco finanziario al nostro Paese e la lira si svalutò impoverendoci di colpo; o quello dei famosi subprime che hanno impoverito migliaia di investitori, azione per cui l’ ebreo americano sta scontando decine di ergastoli; attualmente anche in Cina si inizia a temere un attacco da parte della cricca bancaria ebraica… Alla luce di quanto abbiamo detto si può ipotizzare… il futuro attacco all’ Europa: maggiore povertà, tensioni sociali, violenza, sfiducia, tendenze autoritarie e il solito tentativo insurrezionale bolscevico». Chissà se Berlusconi valuterà queste farneticazioni dei suoi nuovi alleati una barzelletta?
Fonte: La Repubblica 11 ottobre 2010Pas d’ennemis à droite l’ultimo slogan del Cav.
Ottobre 11th, 2010
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L'autore: Mario Pirani - Socio alla memoria
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