Vuote parole di rito per commemorare un grande padre dell’Europa mentre Schulz si gioca la mamma per diventare presidente del parlamento a dodici stelle.
Mercoledì scorso hanno intestato ad Alcide de Gasperi la sala riunioni del gruppo popolare al Parlamento europeo. E’ bello sentire parlare bene di un italiano lungimirante. Fa bene sapere che abbiamo un passato degno. Aiuta a sperare per il presente su cui costruiamo il futuro.
Le commemorazioni dei padri dell’Europa sono quelle occasioni i cui i leader politici stilano la lista delle cose che non vanno e non funzionano del progetto a dodici stelle, elencano quelle che non funzionano ed esprimono desideri sui cambiamenti che auspicano fortemente. Si assiste alla parata di un pletora di presidenti che parla come se non avesse alcuna capacità di incidere su quanto sta succedendo, come se non avesse potere per rimettere tutto a posto. Invocano un altro De Gasperi, per rimanere all’attualità, e poi si preparano a votare presidente del parlamento europeo Martin Schulz.
In questi bagni di folla celebrativi le parole sono alte e i toni senatoriali. Quando finisce l’evento, tutto torna come prima. I politici mettono in tasca gli appunti e con loro sotterrano i buoni propositi che svaniscono come gocce di acqua al sole di un estate torrida. Così che, alla prossima commemorazione, le stesse note potranno tornare utile per invocare un’Europa diversa, più giusta e democratica, più forte e con più anima. Altro giro, altra corsa.
E’ questo il tipo di fiera che farebbe inorridire un De Gasperi. E’ questo il tipo di assemblea nella quale, quando pensi che il peggio sia passato, arriva Martin Schulz.
Il presidente del gruppo socialista all’Europarlamento, come note, ambisce al primo scranno dell’assemblea e, salvo miracoli su cui è difficile scommettere per tutti i motivi di cui sopra, l’otterrà.
Mercoledì ne ha fatta una che resterà negli annali. Si è presentato alla commemorazione del saggio Alcide e, nel bel mezzo della sala scudocrociata, ha raccontato che sua madre era stata la fondatrice della sezione del partito popolare nel suo paese. E che, sempre sua madre, all’inizio degli anni Cinquanta era andata in visita al Papa, a Roma, e in quell’occasione aveva incontrato De Gasperi il cui nome, ha sottolineato Schulz, gli è sempre stato familiare sin da quando era piccino. (Cosa non si fa per una poltrona..)
Nell’euforia del peggio, è intervenuto Vito Bonsignore, vicepresidente del gruppo Ppe. Con una battuta e una promessa.
“Caro Schulz, non tutti i figli vengono perfetti. Ma noi ci ricorderemo di questa discendenza fra qualche mese”.
Ok. Il prezzo è giusto.
Ok, il prezzo è giusto
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