Capita, talora, che i politici si lamentino di come i giornalisti riportano, o storpiano, le loro affermazioni. Qualche volta a ragione, qualche altra a torto. Circa le mie più recenti dichiarazioni sui problemi del Sud, non ho nulla da rimproverare a chi scrive o racconta, semmai a chi, con colpevole superficialità, legge o ascolta. Ho testualmente detto: «Se non avessimo la Calabria, la conurbazione Napoli-Caserta o, meglio, se queste zone avessero gli stessi standard del resto del Paese, lItalia sarebbe prima in Europa. La conurbazione Napoli-Caserta è un cancro sociale e culturale. Un cancro etico, dove lo Stato non cè, non cè politica, non cè la società». Lo ripeto. Nelle sue considerazioni finali, allassemblea dello scorso 31 maggio, il governatore della Banca DItalia, Mario Draghi così descrisse la realtà: «Nelle tre regioni del Mezzogiorno in cui si concentra il 75 per cento del crimine organizzato il valore aggiunto pro capite del settore privato è pari al 45 per centro di quello del Centro Nord». Vale a dire che se non vi fosse la diffusione della metastasi criminale il valore aggiunto pro capite crescerebbe in una proporzione superiore al doppio. Non ho sostenuto, né mai pensato, che la soluzione del problema consista dellamputazione dellItalia, nel prendere parti del nostro Meridione e portarle non so dove. Mi sembra una totale sciocchezza e non sono abituato a dilettarmici. Ho semmai sottolineato con chiarezza come la grande strategia di liberazione per tutto il Sud liberazione da decenni di finanziamenti a pioggia e improduttivi che ne hanno comprato la classe dirigente e la stessa coscienza consista nel federalismo. Se questa rivoluzione fallisse, per il Paese non vi sarebbe altro che il baratro della spaccatura. Definitiva. Se Cristina Coppola, e altri assieme a lei, avesse avuto il buon cuore di leggere le cose che ho scritto in molti interventi e in almeno due libri, avrebbe scoperto che lidea di affrontare il problema mediante un più deciso e forte impegno dello Stato-prima di tutto nel far prevalere la propria sovranità e il rispetto delle leggi si trovava nelle mie pagine assai prima che nelle sue parole. Guardiamo il lato positivo: grazie al modo in cui ho esposto le mie tesi, lungamente meditate e approfondite, anche altri hanno colto loccasione per ripeterle. Si faccia attenzione però a non cadere nellipocrisia, facendo finta di spiegare le ragioni del buon Meridione a me che sono veneto e, così procedendo, arrecando offesa e umiliazione ai tantissimi meridionali per bene che peraltro descrivono la realtà nella quale sono costretti a vivere con parole assai più forti e concetti assai più urticanti. Questi cittadini del Sud hanno tutta la mia concreta solidarietà. Perché mai si plaude al racconto della criminalità organizzata, scritto o cinematografico, e poi si vuol negare che quella realtà, quel cancro, contamina la carne viva del tessuto sociale? Non è che, per caso, si ritiene più comodo aggregarci tutti nella condanna di qualche criminale macellaio, tacendo sulle continue, ripetute e diffusissime violazioni della legge che rendono fuori controllo tante fette del nostro territorio nazionale? Mafia, ndrangheta, camorra non sono solo droga e assassini: sono anche riciclaggio, imprese finanziate in modo opaco, reinvestimento al Nord e fuori dItalia, mercato nero del lavoro per mascherane i profitti, irregolarità continue nei rapporti con la pubblica amministrazione. E altro ancora. Troppo facile condannare spacciatori e assassini, che è ovvio, e troppo vile dimenticarsi del resto. Linsieme lo chiamo cancro: un male che divora in continuazione, che aggredisce gli innocenti e gli onesti, riducendoli al silenzio, che rende possibile una classe dirigente di struzzi, cui la distrazione non può essere rimproverata più della connivenza. Danno fastidio, le mie parole? Non nascondo che lo trovo utile, quindi continuo.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 15 settembre 2010No all’ipocrisia:sul Mezzogiorno critiche utili
L'autore: Renato Brunetta

Vice Presidente Vicario della Commissione per l'Industria, il Commercio Estero, la Ricerca e l'Energia al Parlamento Europeo. E' titolare della cattedra di Economia del lavoro presso la Seconda Università di Roma, Tor Vergata. Editorialista del "Giornale", di Panorama e del Gazzettino Consigliere del CNEL, presso cui ha presieduto dal 1989 al 1995 la Commissione per l'Informazione (fino al luglio 1999) Dal 1985 al 1989 è stato Vice Presidente del Comitato Manodopera e affari sociali dell'OCDE ( Parigi) Dal 1989 al 1992 è stato fondatore e primo presidente dell'EALE (l'Associazione europea degli economisti del lavoro) Dal 1992 al 1997 è stato membro del Comitaqto Tecnico Scientifico della programmazione economica (CTS) PRESSO IL Minsitero del Bilancio Negli anni '83-'87 è stato repsonsabile, presso il Ministero del Lavoro, di tutte le strategie per l'occupazione e la politica dei redditi Negli anni '92-'93 (coni governi Amato e Ciampi) ha collaborato alla realizzazione dei cosiddetti accordi di luglio sulla politica dei redditi Ha vinto nel 1988 il premio "Saint Vincent" per l'Economia; nel 1992 il premio "Tarantelli" per la migliore opera di economia del lavoro; nel 1994 il premio "Scanno" per la migliore opera di relazioni industriali Tra le più recenti pubblicazioni: "Il modello Italia" 1991, "Economics for the New Europe" 1991, "Disoccupazione, isteresi, irreversibilità" 1992, "La fine della società dei salariati" 1994, "Sud" 1995, "Economia del lavoro" Collana di Economia, Utet (1999)
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