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Mussari ai banchieri:stipendi più contenuti

La lettera di Giuseppe Mussari è partita venerdì da Palazzo Altieri alla volta degli amministratori delle banche associate. Con questa il presidente dell’Abi ha chiesto ai suoi colleghi di attuare una «moderazione» nella politica retributiva dei top manager e di evitare in particolare incrementi dei compensi nel periodo di vigenza del nuovo contratto dei lavoratori del settore. Ma non solo: Mussari invita gli amministratori delle banche a chiedere ai dirigenti più rilevanti aziendalmente di contribuire col 4% della retribuzione fissa al Fondo per il sostegno all’occupazione del settore che sta per essere costituito con i sindacati nell’ambito del rinnovo contrattuale. E ciò con l’obiettivo di pagare per i primi 3-4 anni i contributi per i nuovi assunti. Il messaggio inviato ai banchieri è in realtà diretto ai lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali che domani, lunedì, riprenderanno, per il round definitivo, le trattative. Un’iniziativa che Mussari ritiene possa essere distensiva per i rapporti tra le parti in un momento in cui le aziende chiedono un accordo di lavoro severo, modulato sull’emergenza della situazione di crisi. I punti principali del nuovo contratto in discussione tra le parti riguardano una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro visto che l’obiettivo della delegazione dell’Abi, guidata da Francesco Micheli, è quello di arrivare all’apertura degli sportelli dalle 8 alle 22. In secondo luogo si tratta sulla fungibilità delle funzioni tra i 4 livelli di quadri e si torna a discutere dei contratti complementari per riportare in banca i servizi esternalizzati, come la gestione del contante, con un salario ridotto del 20% e orario di 40 ore settimanali invece di 37,5%. Salari ridotti del 20% potrebbero essere previsti anche per i nuovi ingressi in banca, a sostegno dei quali dovrebbe essere appunto creato un nuovo fondo con l’apporto dei lavoratori e delle aziende. Quanto alla parte salariale, la più contrastata, le aziende propongono aumenti di 50 euro l’anno per tre anni, il blocco degli scatti e la sospensione per lo stesso periodo delle 23 ore di permessi retribuiti e delle ex festività.

Fonte: Corriere della Sera del 15 gennaio 2012

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