• domenica , 24 Novembre 2024

Monti media sulla crisi

Oggi incontro con Rehn. Moavero a Bruxelles lavora la Commissione ai fianchi. Il problema è convincere Berlino in tempo per evitare tracolli greci e simili.
Tre mosse per far ripartire l’Europa. La prima è indicata dalla Commissione Ue, sicura che la Grecia «dovrà rispettare gli impegni di risanamento», qualunque sia il colore del suo governo, «perché la solidarietà è una via a due sensi». La seconda chiude alla rinegoziazione del famigerato «Fiscal Compact», perché è un’intesa a 25, composta in buona parte di norme comunitarie già adottate e autonome. La terza spinge per un Patto per la Crescita che bilanci il rigore di questi anni, una strategia che l’Ue vuole entro giugno, come chiedono gli elettori di Hollande e non solo loro.
Il voto di domenica, quello più rassicurante dei francesi e quello gravido di incertezze pronunciato dai greci, ha sottolineato che i cittadini sono stufi dell’austerità e di politici troppo distanti. Il presidente della Commissione Barroso ne ha parlato con Hollande. «Abbiamo una preoccupazione comune – ha commentato -, rilanciare una crescita economica sostenibile in grado di creare posti di lavoro». Suggerisce tagli di bilancio «graduali» il direttore del Fmi, Christine Lagarde. Anche a Washington si percepisce il clima cambiato: in Europa, dice la francese, la disoccupazione può diventare un «potenziale disastro».
Senza i fatti, niente. Così in attesa che la Francia scenda in campo e la Germania reagisca, si registra un gran movimento diplomatico italiano. Oggi il premier Monti incontra Olli Rehn, gli spiegherà cosa ha in mente per contribuire alla grande strategia del rilancio. In vista del faccia a faccia, i radar europei hanno registrato il passaggio a Palazzo Berlaymont del ministro per gli affari Ue, Enzo Moavero, che s’è misurato coi commissari Barnier (mercato interno), Lewandowski (Bilancio), e Tajani (Industria). Centrale il discorso sull’applicazione delle regola aurea, ovvero lo scomputo degli investimenti virtuosi dal calcolo del deficit. A quanto si apprende, Rehn è disposto «ad affinare la riflessione».
L’idea su cui si lavora a Roma è che l’Europa lanci un’offensiva partendo dalle riforme strutturali già delineate al vertice Ue di fine marzo, cose che si possono fare in fretta, come il colpo di acceleratore sul mercato interno, con interventi rapidi quali la digitalizzazione e il riconoscimento dei diplomi. Un secondo volano è quello del bilancio comunitario da usare in modo più mirato, in modo che la spesa «non sia solo una rivisitazione del passato», ma una nuova sorgente di sviluppo. L’Italia esige pazienza nel definire gli obiettivi. Ricorda che sui conti Ue per il 2014-20 c’è tempo per decidere sino alla primavera dell’anno venturo.
Oltre a ciò si propone un orizzonte di più lunga lena, è quello che invoca ragionamenti sul venture capital come sui project bond «mai compiutamente definiti», per i quali i nostri richiedono maggiore concretizza. In questa fenomenologia c’è la regola aurea. Monti e Moavero sondano i partner con attenzione anche per evitare il rischio di dare l’impressione ai mercati che, fatta una regola, se ne trovi un’altra per correggerla. Il dialogo (difficile) è avviato.
Nessuno toccherà il Fiscal compact. «Si può bilanciare con un emendamento alla nuova disciplina per il governo dell’Eurozona ora in discussione», suggerisce l’eurodeputato Roberto Gualtieri (Pd). Ma Bruxelles non vuole sbracare sui conti pubblici, teme i mercati e il contagio. «Mi auguro che il nuovo governo greco rispetti gli impegni presi dal precedente, così che ognuno possa prendere le proprie responsabilità», avverte la portavoce di Barroso. Vale per Atene e per quello che le loro scelte possono provocare. «Dovremmo riaprire il negoziato coi greci – ammette una fonte europea -. Ma non possiamo cedere più di tanto». Nelle Borse volatili, la speculazione è pronta a scommettere su un secondo default.

Fonte: La Stampa 8 maggio 2012

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