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Montedison, errori italiani dietro la scalata dei francesi

Il decreto legge con il quale il Governo sterilizza il diritto di voto dell’ente elettrico francese, l’Edf, nelle decisioni che riguardano la Montedison è oggettivamente molto brutto a vedersi, perché chi crede nelle regole della concorrenza e della libertà di mercato e di iniziativa, fa fatica a digerire una legge che cambia quelle regole e limita proprio quelle libertà.
Tuttavia quel decreto, per il modo in cui è maturato e per il momento in cui è intervenuto, pur essendo un male va considerato un male necessario.
E’ un male per almeno tre motivi:
1) perché con il decreto tornano in Europa i protezionismi nazionali che si volevano bandire e si costituisce un precedente che, sommato alla analoga mossa spagnola, può scatenare una reazione a catena di azioni e ritorsioni altamente pericolose per la costruzione dell’Europa che volevamo.
2) E’ un male perché scardina uno dei fondamentali principi della democrazia economica insita nei codici civili di tutta Europa, secondo il quale nelle società per azioni, le azioni valgono per quanto costano non per chi le possiede e che, di conseguenza, nelle assemblee degli azionisti conta chi paga non chi pesa di più.
3) E’ un male infine perché contraddice la decennale politica per la costruzione della moneta unica europea, suggello della realizzazione di un unico mercato interno nel Vecchio Continente. Tra otto mesi celebreremo lo storico passaggio all’Euro nel quale, mille anni dopo Carlo Magno, si dissolveranno, le monete nazionali di Eurolandia; ma come potremo gioire se questo passo avanti irreversibile verso l’integrazione sarà oscurato dal ritorno ai protezionismi dei decreti nazionali?
Tuttavia se questo sono gli aspetti negativi del decreto , esso è necessario per almeno quattro ragioni:
1. perché interviene in un settore, l’energia, in cui all’Edf è consentito di compiere in Italia ciò che alle analoghe imprese italiane, per esempio l’Enel, che è addirittura una Spa e non un ente pubblico, non è consentito di compiere in Francia. Un’asimmetria inaccettabile.

2. perchè l’Edf è un ente pubblico che utilizza gli elevatissimi profitti realizzati dalla scelta nucleare per fagocitare altre imprese europee. Non si tratta tanto di condannare gli extraprofitti dell’Edf monopolista dal momento che anche l’Enel lo è, ma di condannare la circostanza che la scelta nucleare comportò in Francia investimenti statali che un privato non avrebbe mai potuto finanziare, e sono proprio quegli investimenti di allora ad armare il braccio dell’ente francese oggi; si tratta di veri aiuti di Stato sia pure a posteriori, e dunque condannabili perchè distorsivi della concorrenza.
3. Perché interviene a colmare il deficit di politica estera dei governi dell’Ulivo i quali hanno lasciato che i consigli europei dedicati alle liberalizzazioni dei mercati dell’energia in Europa subissero senza fiatare il protezionismo dei governi francese tedesco lasciando invece sguarnite le difese nazionali. Lì, al vertice di Nizza, il ministro degli esteri doveva difendere gli interessi nazionali, non oggi a Roma con un inelegante decreto unilaterale.

4. Infine perché interviene a mettere una pezza sugli errori degli azionisti di Montedison, in particolare la gestione di Mediobanca , che nell’affanno di inseguire improbabili disegni di neocuccismo, fondati su un capitalismo senza capitali, ha subito il brusco ridimensionamento della realtà. Se ne prenda atto, in piazzetta Cuccia e dintorni, e si ponga rimedio.

Fonte: Il Giornale del 29 maggio 2001

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