Tirez sur le pianiste è il titolo di uno dei più bei film di François Truffaut un nouvelle vague di classe spesso ripreso in televisione e di cui, grazie al Cielo, esiste un buon Dvd. Chi ha studiato le tragedie greche sa tutto sullanimo umano, amava ripetere un politico di razza della Prima Repubblica. Il film di Truffaut e una delle tragedie greche che più rivelano lanimo umano, Edipo Tiranno, non possono non venire in mente alla lettura dei commenti apparsi su molto quotidiani italiani in seguito al downgrade, da parte di Standard & Poors (S&P’s), dei debiti di nove Stati delleurozona e alla vigilia del mini-vertice di ieri tra il Presidente del Consiglio, Mario Monti, e i leader dei partiti che sostengono il Governo. Mini-vertice che, a sua volta, si colloca nel quadro di un viaggio nelle capitali europee che si doveva concludere con un incontro, poi annullato, a tre (Merkel- Sarkozy -Monti) il 20 gennaio a Roma.
Gran parte dei commenti accusano le società di rating di essere un oligopolio, controllato, o quanto meno ispirato, da interessi anti-europei americani e sostengono che labbassamento del giudizio per i titoli di nove Stati delleurozona dovrebbe indurre a concludere al più presto laccordo sullunione fiscale (ossia sul rigore delle politiche di bilancio). Come nel film di Truffaut, se nel Far West due gruppi di pistoleri si azzuffano, devono evitare di sparare sul pianista del saloon, il quale non solo non centra niente, ma, con il suo strimpellare, può contribuire a rasserenare gli animi. Come in Edipo Tiranno, è il colpevole lunico a non avere compreso di essere lui stesso lautore del misfatto e della punizione delle agenzie di rating che a volte hanno il cipiglio di adirati dei.
Le agenzie fanno il loro lavoro: dando punteggi ai titoli riducono i costi di transazione dei singoli operatori, di solito rivelando agli altri quello che la grande maggioranza sa. I rating sono un po come le pagelle: servono a far sapere agli insegnanti dellanno successivo come il singolo allievo è andato nellanno precedente. Non sono vincolanti: i somari possono diventare primi della classe e viceversa. Le agenzie di rating vivono unicamente della loro reputazione. A volte prendono cantonate, ma se sbagliano spesso nessuno le prende sul serio e paga per i loro servigi. Il nemico americano non centra nulla, poiché in caso di sfaldamento delleurozona sarebbero i fondi Usa a essere seriamente colpiti. Vederlo dietro le agenzie è come pensare che gli analisti si comportano allunisono come il marito che si castra per fare dispetto alla propria moglie.
Non è detto che S&P’s sia andata fuori strada la sera del 12 gennaio quando ha bacchettato nove Stati delleurozona. E non è neanche detto che le bacchettate siano un incentivo a concludere al più presto leuro-negoziato per laccordo a 26 sullunione fiscale. Chi conosce Edipo Tiranno – ripeto – sa che a volte lautore del delitto è lultimo a rendersene conto.
La mattina del 12 gennaio solerti fonti ufficiose hanno diramato on line la terza bozza dellaccordo che si sta negoziando. Sono state recepite le proposte di Italia e altri in merito allarticolo 4 (quello relativo ai tempi e ai modi per ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil), ma tutto il titolo della bozza daccordo relativo alla crescita è unicamente qualche auspicio con il suggerimento di intonare novene ai Santi Protettori dellUnione europea.
Non solo i Santi Protettori hanno priorità e impegni di maggior momento (rispetto alla politica di crescita di una minuta parte dellumanità), ma unicamente gli aztechi e gli antichi egiziani credevano che le preci e i sacrifici di agnelli portavano sviluppo. In effetti, l’agenzia di rating ha bocciato un accordo in base al quale verrebbero coordinate politiche deflazioniste accentuandone gli effetti. E rendono più difficile la crisi del debito sovrano europeo, poiché se non cresce il Pil il rapporto tra debito e prodotto non può che crescere. Commentatori, negoziatori, barracuda-esperti e, soprattutto, leader politici dovrebbero tenere conto questa lettura della grande bocciatura.
Il brutto voto dato anche ai titoli francesi ha, però, un aspetto positivo: a 100 giorni dalle elezioni, liper-Presidente Nicolas Sarkozy dovrebbe essere indotto allumiltà, a comprendere che non può presentarsi come il grande mediatore e che un vertice europeo al mese può essere un boomerang, non uno spot elettorale. Pure il Presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, può trarre lezioni per la diplomazia italiana nelleuronegoziato. Non è tanto importante che si arrivi a un accordo quanto che gli interessi legittimi dellItalia vengano riconosciuti.
Ciò non vuole dire solamente commiserazione e clemenza in materia di riduzione del debito, ma sbloccare gli elementi che frenano la crescita, primo tra tutti la parità centrale definita a fine dicembre 1989 (nel quadro degli accordi europei sui cambi) e, in secondo luogo, lapprezzamento delleuro-Italia e il deprezzamento delleuro-Germania. Alla Farnesina circola un grafico della Commissione europea secondo cui dal 1999 leuro-Italia si è apprezzato del 30% e leuro-Germania deprezzato dal 10%; nel contempo la quota italiana dellexport mondiale si è dimezzata. Lha visto Palazzo Chigi? E che ne pensa?
Merkel e Monti, una doppia bocciatura europea
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