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Luxotica vara la prima cassa sanitaria. Accordo sul welfare con Cgil, Cisl e Uil

Il caso Intesa sulle prestazioni sanitarie aggiuntive per i 7.300 dipendenti di Agordo
Sullo stipendio La stima è di un risparmio minimo di 300 euro l’ anno, 5.000 per interventi ospedalieri
Il secondo welfare ha fatto un nuovo e importante passo in avanti. Ieri ad Agordo la Luxottica ha firmato con i sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil un accordo che prevede la nascita di una Cassa Sanitaria aziendale ad hoc per i 7.300 operai e impiegati alle dipendenze del gruppo. È la prima volta che accade in Italia per le tute blu, finora le aziende avevano fatto ricorso a iniziative simili solo per dirigenti e quadri. La nuova Cassa coprirà le spese sostenute per le prestazioni odontoiatriche, le visite specialistiche, gli esami di alta diagnostica e i grandi interventi. Per ciascuna di queste tipologie i massimali di spesa sono stati concordati al tavolo delle trattative. In termini di incremento del valore reale delle retribuzioni si stima che una famiglia media possa risparmiare un minimo di 300 euro di spese l’ anno e fino a 5 mila euro in caso di grandi interventi ospedalieri. Per la maternità è previsto un ulteriore contributo di circa 350 euro e vale la pena ricordare come la manodopera femminile sia circa il 60% dei dipendenti Luxottica. L’ accordo inizialmente durerà un anno ed è stato negoziato con Cgil-Cisl-Uil comma per comma. È dalla primavera 2009 che la Luxottica si è incamminata sulla strada del welfare aziendale rinverdendo così una tradizione imprenditoriale tipica delle company town italiane (un esempio: la Trivero degli Zegna raccontata in questi giorni in una mostra alla Triennale di Milano) e che nel tempo si era persa per effetto dell’ estensione del welfare statale. Leonardo Del Vecchio in persona ha voluto rilanciarla sia per legare maggiormente il gruppo alla cultura e alle esigenze della gente bellunese sia per far crescere un nuovo tipo di scambio, welfare per qualità, decisivo in lavorazioni come quelle degli occhiali dove la precisione e l’ estrema flessibilità dell’ intervento umano non possono essere soppiantate dai robot. Il primo step della nuova collaborazione impresa-sindacati si era concretizzato con il carrello della spesa, un paniere di beni alimentari di prima necessità che la Luxottica aveva donato a ciascun dipendente. Poi si era passati ai fondi per l’ acquisto dei libri scolastici delle medie inferiori, superiori e dell’ università. Entrambe le esperienze sono state giudicate positivamente e, infatti, è stato deciso di replicarle anche quest’ anno, ma la Cassa rappresenta sicuramente una novità straordinaria, anche perché nel frattempo si è aperto nel Paese, a fronte delle difficoltà del budget statale, un ampio dibattito sul welfare sussidiario dal basso. E di conseguenza il caso Luxottica si presta ad esser studiato e forse imitato. Da un punto di vista tecnico il programma di assistenza sanitaria ai dipendenti è stato studiato nei minimi particolari dal direttore delle risorse umane Nicola Pelà e dal suo collega Pier Giorgio Angeli. La copertura non fa distinzione tra dipendenti sani e ammalati, opera immediatamente e se il dipendente si ammala non si interrompe. I dirigenti Luxottica sottolineano con un certo orgoglio che coperture simili, per prestazioni e costo, non esistono sul mercato privato. Il dipendente Luxottica ovviamente resterà in carico al Servizio sanitario nazionale ma per tutte le prestazioni aggiuntive (ma anche solo per accelerare i tempi di un esame specialistico) potrà accedere ai servizi della Cassa senza sborsare un euro. La Luxottica non gestirà direttamente la nuova mutua ma ha acquistato il prodotto da Marsh/Sanint, un broker specializzato nelle polizze sanitarie. I commenti di parte sindacale sottolineano «lo spirito solidaristico», come fa Nicola Brancher della Femsa-Cisl. O si spingono a parlare, come Paolo Da Lan (Uilta-Uil), di «un modello che dovrebbe diventare patrimonio di tutto il mondo del lavoro e ottenuto con la pazienza e la perseveranza tipica della gente di montagna». Anche la Cgil è pienamente in linea con le altre confederazioni e Giuseppe Colferai spiega che «le questioni ideologiche si possono discutere fino alle 11.30, ma a mezzogiorno si deve mettere qualcosa in tavola e noi lo abbiamo fatto». L’ intesa con la Luxottica «è un servizio aggiuntivo che offriamo ai lavoratori e indirettamente è anche più salario». L’ auspicio è di estendere l’ esperimento bellunese in sede di rinnovo del contratto nazionale di categoria.

Fonte: Corriere della Sera del 27 giugno 2010

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