• domenica , 22 Dicembre 2024

Luce per il Credito Ombra

La Commissione Ue vara dopodomani le nuove regole per la finanza non tradizionale. Sicurezza e vigilanza. Con un cuscinetto prudenziale da 3 per cento per i fondi monetari.
Luce sarà fatta sullo Shadow banking. La Commissione Ue ha pronte le regole e i principi per scacciare le ombre che gravano sulla parte del sistema bancario animata da istituzioni e attività diverse da quelle tradizionali. E’ un mercato immenso, vale da solo metà dell’universo creditizio planetario, un fiume di affari che stimato in 51 mila miliardi, circa un terzo dei quali passano di mano nell’Unione. D’intesa col G20, Bruxelles lavora a regole prudenziali che riducano i rischi, davvero seri a causa dell’ampiezza dei flussi e della loro interconnessione coi business ordinari del sistema finanziario. Ha fretta. Vorrebbe le nuove regole in vigore, almeno in parte, già entro l’anno venturo.
Salvo colpi di scena, mercoldì verrà la decisione sul nuovo quadro della strategia con cui l’Ue ha reagito alla crisi finanziaria e recessiva scatenata dai comportamenti perlomeno disinvolti di una parte del sistema finanziario. Dal 2008 in poi l’azione europea di consolidamento prudenziale di banche e società di investimento è stata davvero serrata. Il sistema s’è fatto più solido, i margini per i comportamenti “limite” si è ridotto, gli affari sono stati incanalati sulle piazze regolamentati. Adesso tocca allo Shadow banking, che deve diventare più normale, con una iniziativa che somiglia parecchio al piano Basila III adottato per l’universo dello sportello. Forse è un caso, ma succede proprio alla vigilia del quinto anniversario della madre di tutti i fallimenti, quel 13 settembre in cui si ricorda il crac micidiale della Lehman Bros.
Tutto ruota intorno a due documenti di cui la Stampa ha visto una bozza. Il primo è un regolamento (non chiede recepimento) di 46 pagine che imbriglia i fondi monetari (Money Market funds o Mmf), strumenti usati da governi e investitori per finanziarsi a breve. Chi li acquista, le grandi aziende ad esempio, lo fa nel quadro della gestione della liquidità, per far fruttare gli eccessi di denaro generatisi temporaneamente in tesoreria. L’interconnessione sistemica fra banche e finanza sovrana/aziendale ha reso gli Mmf (un trilione di euro, il loro valore) gli strumenti centrali, e potenzialmente scivolosi, del Credito ombra.
La Commissione Ue propone di introdurre standard comuni per aumentare la liquidità dei fondi monetari, nonché per garantirne la stabilità di struttura. Regole uniformi veglieranno poi perché sia garantito un livello minimo – quotidiano e settimanale – per gli asset liquidi: al valore netto dovrà corrispondere a un buffer (cuscinetto) costante di liquidità del 3% (il che potrebbe portare ad un aumento delle commissioni da 0,09 a 0,30 annuo, stima Bruxelles). Un impianto di norme omogeneo permetterà quindi ai gestori dei fondi di avere una migliore capacità di analisi della loro base di investitori. Al contempo, si affronterà il bisogno di garantire che gli Mmf abbiamo impieghi di qualità e diversificati. Serve tutto per evitare i crac, stabilire le condizioni perché i rimborsi siano sempre fattibili, evitare eccessi un tempo facili.
Dopo questa prima fase, il responsabile Ue per i mercati finanziari Michel Barnier imposterà un’ulteriore stretta. E’ contenuta nel secondo documento che il francese presenterà al collegio mercoledì, una comunicazione di 15 pagine sullo Shadow banking. Qui si aggrediscono le cartolarizzazioni, l’attività di security lending (prestiti di titoli obbligazionari) e i Repo (accordi per vendita e riacquisto di titoli). La cura sarà illustrata al G20 di San Pietroburgo. I pilastri sono il rafforzamento dei vincoli imposti a banche e assicurazioni nei rapporti col Credito ombra, l’azione contro il trasferimento dei rischi e il contagio, l’aumento della trasparenza (più scambio di dati) e della vigilanza a livello nazionale e comunitario. I dettagli non ci sono ancora. Verranno nel 2014, un anno cruciale, breve per le elezioni europee. Bisogna fretta. Le crisi, quando capitano, non badano affatto ai tempi della politica.

Fonte: La Stampa del 2 settembre 2013

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