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Liquidazioni d’oro, la stretta Consob

«I manager dovranno dichiararle in assemblea»
Le liquidazioni d’ oro dei top manager non saranno più un mistero. La Consob ieri ha chiesto a tutte le società quotate di informare il mercato, in vista delle imminenti assemblee di bilancio, sul valore delle eventuali buonuscite che spetterebbero agli amministratori in caso di scioglimento anticipato del rapporto di lavoro. Ma non solo: le società dovranno anche fornire tutti i dettagli, voce per voce, delle retribuzioni dei massimi dirigenti. La Commissione per le società e la Borsa presieduta da Giuseppe Vegas ha poi indirizzato una raccomandazione ad hoc alle 38 società italiane più grandi (indice Ftse Mib), per precisare se abbiano definito o meno appositi «piani di successione». È una novità assoluta: le big del listino dovranno dire se hanno previsto un meccanismo per assicurare la sostituzione di un manager esecutivo nel caso di una sua improvvisa uscita di scena per qualunque ragione. E dovranno anche dire quali organi sarebbero interessati all’ eventuale interim, anche se non il nome del «delfino», per non oltrepassare i confini della riservatezza aziendale. Tutto nasce dal caso Unicredit-Profumo: l’ improvviso defenestramento dell’ amministratore delegato della banca di Piazza Cordusio creò, secondo la Consob, confusione e incertezza sulla gestione futura non tanto e non solo nello stesso istituto ma anche e soprattutto nel mercato, fra gli operatori. Con queste regole l’ avvicendamento al vertice sarebbe stato meno concitato. Si tratta comunque non di una richiesta perentoria ma di una semplice raccomandazione da parte della Consob, che ha così parzialmente accolto le critiche di Confindustria, Assonime e Abi interpellate preventivamente. Tali associazioni infatti avevano chiesto di lasciare la questione all’ autoregolamentazione delle società ma la Commissione ha insistito cedendo solo sul tono della richiesta. Che avrà comunque, come le altre, un carattere transitorio: varrà solo per quest’ anno. A partire dalle assemblee di bilancio relative all’ esercizio 2011 entrerà in vigore, infatti, la nuova disciplina sulla trasparenza delle remunerazioni, che la Consob emanerà nei prossimi mesi a seguito della delega introdotta dal decreto legislativo 259 del 2010, per dare attuazione alle raccomandazioni da parte della Commissione Europea. Tra le 38 grandi società quotate vi sono anche le maggiori banche italiane che in materia di retribuzioni, bonus e governance devono già rispettare le minuziose regole imposte dalla Banca d’ Italia in linea con le direttive approvate in sede internazionale dal G20 su indicazione dell’ Fsb, presieduto dal governatore Mario Draghi. Per loro i nuovi compiti chiesti dalla Consob- che sulla materia si è ovviamente consultata con la Banca d’ Italia – non saranno quindi troppo gravosi. Anche se l’ obiettivo delle due discipline è diverso: l’ istituto di via Nazionale guarda alla stabilità del sistema mentre la Consob alla trasparenza del mercato.

Fonte: Corriere della Sera del 25 febbraio 2011

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