Caro direttore, assieme a una larga parte di italiani, anche io ritengo che l’ attuale legge elettorale sia da cambiare al più presto. Questa legge impedisce agli elettori la scelta dei parlamentari che li rappresentino, perché essi vengono designati direttamente dalle segreterie dei partiti politici. Il risultato è un Parlamento dove, accanto a persone serie e affidabili, siedono personaggi sotto processo che vogliono sfuggire alla giustizia assieme ai loro avvocati, persone dipendenti e fedeli ai capipartito, amici, parenti, fidanzati, fidanzate e ogni tipo di relazione legittima o meno. La conseguenza è un Parlamento di basso livello e quindi anche un governo di incompetenti, che poi non a caso si affida a faccendieri come Bisignani. Né questa legge ha consentito un vero bipolarismo. Con un premio di maggioranza dato a qualsiasi gruppo ottenga almeno un voto in più degli altri, si sono formate coalizioni spurie che hanno vinto le elezioni ma sono state incapaci di governare. È successo con Prodi che per due volte è stato costretto alle dimissioni malgrado avesse vinto le elezioni. È successo con Berlusconi che per due volte ha vinto le elezioni ma ha dovuto cambiare governo e non è riuscito a fare nulla anche a causa delle opposizioni interne. Di fatto, dalla fine degli anni Novanta non abbiamo più avuto un vero governo. Sulla base di queste constatazioni, ho aderito, come altri, alla proposta di Stefano Passigli di un referendum che abrogasse questi due inconvenienti e che reintroducesse una soglia di sbarramento del 4%. Mi era chiaro che con un referendum non si sarebbe riusciti a costruire un sistema elettorale corretto. Ma ho ritenuto che un referendum fosse utile per proclamare l’ insoddisfazione della gente nei confronti di questo sistema elettorale. E tale insoddisfazione avrebbe potuto spingere i partiti a elaborare una nuova proposta di legge elettorale. Mi sono sbagliato. Questa proposta di referendum, invece di spingere i partiti attualmente all’ opposizione a elaborare una nuova legge elettorale, ha fatto nascere una polemica infinita tra bipolaristi e proporzionalisti, con accuse reciproche. Ne sono nate polemiche accese. Sono stati proposti nuovi e diversi referendum, per ripristinare il «Mattarellum» o altri sistemi. Un vero caos. Di tutto abbiamo bisogno, fuorché di una guerra di referendum. Ancora una volta di fronte a un’ esigenza sentita da tutti (il cambiamento del sistema elettorale), ci si divide sul come, con il rischio di lasciare le cose come stanno. Perché questo masochismo? Perché non si coglie la voglia di cambiamento ma solo la polemica sterile? Io penso che questo sia il momento perché l’ opposizione si accordi su un nuovo sistema elettorale. La chiamata a un referendum deve suonare come un appello al cambiamento del sistema elettorale. Spetta poi ai partiti politici che domani vorranno governare, il compito di proporre un nuovo sistema elettorale che consenta agli italiani si scegliere i propri rappresentanti e il proprio governo. L’ accordo sulla nuova legge elettorale va trovato adesso, in modo che si possa cercare di farlo passare in Parlamento prima delle elezioni. E se questo non sarà possibile perché l’ attuale maggioranza si opporrà, allora l’ accordo sulla legge elettorale può essere il collante per uno schieramento che intenda vincere le elezioni e cambiare sistema elettorale. Se ci sarà una proposta da parte di un largo schieramento di partiti, allora potremo superare i referendum e avviare una nuova stagione politica con un Parlamento veramente responsabile. Presidente dell’ Università di Trento
Fonte: Corriere della Sera del 7 luglio 2011Legge elettorale, referendum senza liti
L'autore: Innocenzo Cipolletta
Commenti disabilitati.