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Le spa chiedono un fisco nuovo

Le sfide che il paese ha di fronte impongono «priorità anche nell’agenda politica e parlamentare», e anche «uno spirito di condivisione e senso di responsabilità»; serve un clima «di serietà e razionalità, senza concitazioni fuorvianti». È quanto ha sottolineato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in occasione del centenario dell’Assonime ha ricevuto ieri al Quirinale una folta delegazione di imprenditori e di studiosi. Prendendo spunto dall’indirizzo di saluto di Luigi Abete, presidente dell’associazione che riunisce le società per azioni, nata il 22 novembre 2010, Napolitano ha ricordato come l’Europa e in particolare l’area dell’euro stiano vivendo «momenti difficili, turbolenti», che impongono scelte più rigorose sulla spesa pubblica e per la riduzione del debito pubblico. Il capo dello Stato ha ricordato di avere perciò sollecitato il senso di responsabilità di tutte le forze politiche, per dare la precedenza all’approvazione della legge di stabilità e di bilancio nei tempi prescritti dalla Costituzione. «Allo stesso tempo – ha aggiunto Napolitano – ho sollecitato uno spirito di condivisione, un senso di responsabilità che non significa certo cancellazione o rimozione o attenuazione della dialettica e del confronto tra posizioni diverse. Significa il conseguimento di un interesse generale che, in un clima come quello attuale, può esigere o imporre priorità anche nell’agenda politico-parlamentare».
Dal canto suo, Abete, che ha consegnato al presidente della Repubblica gli studi storici promossi dall’associazione per celebrare il suo centenario, ha indicato l’esigenza, per «l’agenda della politica», di una «riflessione sul sistema fiscale italiano, ormai gravemente squilibrato e incapace di sostenere l’investimento e la crescita»: va riconsiderato «il rapporto tra imposte dirette e indirette nella raccolta del gettito, la tassazione del reddito e del patrimonio, le opportunità ed i rischi del federalismo fiscale». Un concetto sul quale il presidente di Assonime è tornato anche nel suo intervento di apertura dei due giorni di convegno presso l’accademia dei Lincei: «Oggi – ha spiegato – in Italia il sistema fiscale si fonda principalmente sulle imposte dirette. In confronto agli altri paesi dell’area euro, il peso delle imposte dirette è superiore del 3 per cento rispetto al Pil (35,2% verso 32,5%) mentre quello delle imposte indirette è del 3 per cento inferiore(34,6% verso 37,1): il gettito Iva in rapporto al Pil è fra i più bassi d’Europa. Ciò è dovuto all’anomala estensione dei regimi di aliquota agevolata». Il primo riequilibrio da realizzare, ha rimarcato Abete, consiste quindi in uno spostamento del carico tributario dalle imposte sui redditi all’Iva. Ma il presidente dell’Assonime ha proposto anche di rendere permanente e senza limiti quantitativi la tassazione separata ad aliquota secca del 10% per il salario di produttività negoziato a livello aziendale.
Ai Lincei è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta per affermare che, così come cento anni fa, nell’atto costitutivo dell’Assonime si parlava di «risorgimento dell’economia della Nazione», anche oggi è necessario credere in un nuovo «risorgimento economico» del paese. «Se sapremo unire – ha dichiarato – il talento, le capacità, le virtù antiche del nostro popolo e lo spirito di iniziativa dell’impresa alle regole e quindi a una legislazione più ordinata e flessibile, avremmo fatto un grande passo avanti». In questo quadro, il sottosegretario ha detto che «Assonime ha già dato, sta dando e darà un contributo determinante».

Fonte: Il Sole 24 Ore del 23 novembre 2010

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