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L’arduo menu dello spending review

Cottarelli dovrà tagliare 32 miliardi in 3 anni.
Se il Governo Letta, rifiduciato sulla Cancellieri, dovesse davvero, con l’aiuto di Mister spending review Carlo Cottarelli, tagliare 32 miliardi di spesa pubblica in tre anni cambierebbe faccia all’Italia. Lo scetticismo è lecito, se si pensa che la modesta chiusura di una trentina di piccoli tribunali per un risparmio di qualche decina di milioni (decisa dal Governo Monti ed entrata in vigore a settembre), ha provocato furibonde polemiche in Parlamento e nelle cittadine “colpite” (dal Veneto alla Puglia) e persino una richiesta di referendum. Tanto per dare l’idea, 32 miliardi sono un terzo della spesa sanitaria, molto più dell’intera spesa per la difesa ed equivalgono agli stipendi di quasi un milione di dipendenti pubblici. Eppure bisogna provarci. Cominciando dai costi della politica, con la riduzione dei parlamentari, l’abolizione del Senato (da sostituire con una Camera delle autonomie, formata da consiglieri regionali e sindaci già pagati), la cancellazione delle Province, il dimezzamento delle Regioni e dei loro consiglieri, l’accorpamento dei Comuni e la drastica riduzione delle 8 mila società pubbliche nazionali e locali, con oltre 20 mila tra presidenti e consiglieri di nomina politica. Nel menù di Cottarelli c’è di tutto: dalla mobilità dei dipendenti pubblici con l’armonizzazione dei loro contratti che finora hanno ostacolato i trasferimenti tra diverse amministrazioni, alla riduzione delle pensioni in essere, da quelle “d’oro a quelle di reversibilità che ci costano ben 39 miliardi l’anno; dalla generalizzazione degli acquisti centralizzati della Pa (la Consip ha risparmiato 4,4 miliardi operando solo su otto categorie merceologiche che valgono 30 miliardi sui 136 complessivi della Pa), fino alla revisione dei 108 miliardi di spesa sanitaria per la quale un recente studio dell’Autorità di contratti pubblici ipotizza risparmi dal 7,4 al 24,6% e dove solo la sanità elettronica potrebbe far risparmiare da 8 a 12 miliardi l’anno. E poi c’è la galassia degli enti territoriali, dalle Fiere ai Porti, dai Consorzi di bonifica agli aeroporti. E le sei polizie sei (Polizia di Stato, Carabinieri, Finanza, Guardie carcerarie, Guardia costiera e Forestali) cui si aggiungono le polizie locali. Auguri.

Fonte: InPiu' del 21 novembre 2013

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