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La crescita chiede liberta’

Per questo i moti sociali in Brasile, Cina, Russia.
Fine dei BRIC, i paesi emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e non solo) che hanno sostenuta l’economia mondiale anche negli anni di crisi? Questi paesi stanno rallentando, ma non e’ questa la notizia. Un loro rallentamento era scontato e anche auspicato, dopo una corsa così veloce. Quello che appare paradossale sono i moti sociali che stanno interessando il Brasile, la Cina (anche se nascosti dalle autorita’), la Russia, ‘malgrado’ la forte crescita economica, moti non dissimili da quelli scatenati nella primavera araba in paesi (Tunisia, Egitto e ora Turchia) che stavano crescendo economicamente ben più che la nostra vecchia Europa.
erché la crescita suscita moti sociali nei paesi emergenti mentre la decrescita nei paesi avanzati sembra essere accettata passivamente? E’ la crescita e l’uscita dalla povertà estrema che determina una nuova domanda di giustizia, di servizi sociali, di lotta alla corruzione e di condizioni di vita più umane. E così abbiamo il paradosso di tensioni sociali proprio quando si esce dalla povertà e si annusano i primi vantaggi della crescita. Ma non e’ un paradosso. Lo abbiamo sperimentato anche noi nel dopoguerra. La crescita porta una domanda di democrazia che spesso fa a pugni con le stesse condizioni che hanno consentito la crescita. Lo sanno bene i regimi dittatoriali che tengono i propri sudditi nella povertà, per timore che chiedano poi un po’ di liberta’ (vedere la Corea del Nord). Ma e’ un paradosso salutare che col tempo porterà quelle popolazioni a standard di vita più accettabili e più consoni con la loro crescita economica.
TAG: russiacinabrasilebrics

Fonte: INPIU' del 3 luglio 2013

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