• domenica , 24 Novembre 2024

La camorra ripulita dal vento e dal sole

Fino a qualche tempo fa camorra e malavita organizzata erano associate, tra le tante attività criminali, allo smaltimento abusivo della mondezza e dei rifiuti tossici. Il lerciume del traffico corrispondeva al lerciume dei trafficanti. Oggi si può dire questi ultimi abbiano affidato la loro immagine al lavacro delle cosiddette energie pulite. Per qualche anno questa rubrica è stata quasi l’ unica voce di denuncia delle speculazioni che si celavano dietro le apparenti virtù dell’ eolico. Poi cominciarono a fioccare inchieste giudiziarie in molte regioni, il presidente dell’ associazione dei produttori finì in galera, altri grandi giornali approfondirono lo scandalo del vento. Lo stesso Tremonti si è cimentato nel tentativo di tagliare le unghie alla speculazione ma, di fronte all’ influenza della lobby eolica in Parlamento, nemmeno la determinatezza del ministro dell’ Economia è riuscito nell’ intento di abolire l’ obbligo del Gestore dei Servizi energetici di acquistare i certificati verdi rimasti invenduti. Quel che oggi mi preme segnalare è la invitta protervia dei «palazzinari del vento» di fronte alla più elementare sensibilità di difesa paesaggistica. Questa volta oggetto dell’ attacco è uno dei luoghi archeologici più belli dell’ Italia centrale, la splendida Saepinum Altilia con il suo meraviglioso contesto sannitico che culmina nell’ antico teatro italico di Pietrabbondante. Quanto a Sepino voglio ricordare che si tratta di una piccola città romana ancora ben conservata col suo decumano, la porta, le terme, il foro e un teatro con addossate costruzioni settecentesche con una “contaminazione” che ricorda il teatro Marcello a Roma. Il tutto (il che spiega la fortunata persistenza e ricchezza del sito) attraversato dallo storico tratturo che univai pascoli appenninici di Pescasseroli al Tavoliere delle Puglie. Ora questo prezioso patrimonio sta per essere violentato da 26 torri eoliche alte 130 metri che dovrebbero essere disposte lungo il profilo della cresta collinare. Le ruspe sono già sul posto, bloccate momentaneamente da un provvedimento d’ urgenza del ministro Bondi che si scontra con una decisione incomprensibile del Consiglio di Stato che sancirebbe il prevalere di un procedimento urbanistico avviato prima dell’ emanazione del vincolo ambientale, senza tener conto che questo si avvale di una norma costituzionale. I precedenti non sono consolanti poiché finora hanno avuto la meglio contro ogni protesta gli speculatori che, accanto ad industriali onesti, allignano nel settore in «un business ideato da organizzazioni corrotte che vogliono speculare», come ha affermato Tremonti. Queste organizzazioni istruiscono la pratica, ottengono i permessi, «ungono»i passaggi burocratici e poi «rivendono» il pacchetto che permette di lucrare gli incentivi più alti al mondo, alle società industriali che gestiranno l’ impresa. Da qualche tempo alla minaccia degli aerogeneratori si è aggiunta quella del fotovoltaico a terra, poiché, mentre sarebbe logico incentivare questa promettente produzione di energia nei casi in cui i pannelli fossero disposti sui tetti di impianti industriali, edifici pubblici o su terreni già degradati da attività antropiche, si è proceduto, come al solito, senza alcun criterio. Così oggi gli incentivi vengono a premiare anche chi ricopre di specchi fotovoltaici ettari di terreno agricolo, con ulteriore degrado paesaggistico ed espianto di produzioni pregiate. Corre voce, non confermata, che nelle Langhe si stiano per presentare domande d’ espianto di vigne destinate al barolo per lasciare spazio ai pannelli, mentre Italia nostra ha rivelato che il comune di Manciano, in Maremma, sta deliberando di rilasciare più di mille ettari ai concessionari di energia solare, quello di Manciano 460 ettari, quello di Piombino 200 ettari nella zona archeologica di Baratti e Populonia. La Repubblica tutela il paesaggio, secondo la Costituzione. O no?

Fonte: Repubblica del 22 novembre 2010

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