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Intervento piu’ vicino alle posizioni di Londra che a quelle di Berlino

Via Nazionale: la Bce deve intervenire sui mercati.
Tra le righe del discorso di Ignazio Visco c’è una ricetta precisa per salvare l’euro. È alternativa a quella della Bundesbank tedesca, più vicina ai consigli che vengono dal mondo anglosassone.
Prende in esame ipotesi che finora nessun membro del consiglio direttivo della Bce aveva osato menzionare.
In breve, secondo la Banca d’Italia, un chiaro impegno politico dei 17 governi (soprattutto di quello tedesco) sull’euro può permettere alla Bce scelte innovative, ardite, che in mancanza di esso risulterebbero azzardate. Tecnicamente, si tratterebbe di un intervento massiccio sui mercati dei titoli pubblici, per contenere gli spread dei Paesi deboli.Nell’analisi della Banca d’Italia, il comportamento dei mercati finanziari è profondamente anomalo. È una bolla speculativa quella che gonfia il prezzo dei titoli di Stato tedeschi abbassandone il rendimento fin quasi a zero, mentre svaluta quelli italiani e spagnoli alzandone i tassi oltre il 6%. Sono due distorsioni simmetriche, nessuna delle quali mostra fondamenti razionali.
Insomma lo Stato italiano, lo Stato spagnolo, e le imprese dei due Paesi pagano il credito troppo caro, mentre lo Stato tedesco e le imprese tedesche lo pagano troppo poco: è una redistribuzione di risorse anomala, «dai Paesi in difficoltà a quelli percepiti più solidi», che contribuisce ad aggravare la crisi.
Solo la paura può spingere a prestar soldi alla Germania gratis. E paradossalmente se la Bce seguisse la linea suggerita dalla Bundesbank, ossia cominciare a smantellare le politiche non tradizionali di sostegno alla liquidità, e prima o poi aumentare i tassi, la bolla potrebbe scoppiare, con gravi perdite in conto capitale per chi detiene i titoli tedeschi.
La bolla deve invece essere sgonfiata. I mercati non hanno saputo capire che Italia e Spagna hanno adottato misure di risanamento importanti. Per questo il governatore propone, senza nessuno sconto sui programmi di risanamento dei Paesi deboli, che la Bce passi a un «impegno attivo a orientare i mercati».
Oltretutto comprare titoli dei Paesi deboli dell’euro e vendere titoli dei Paesi forti in misura sufficiente a raggiungere lo scopo consentirebbe di realizzare bei guadagni. Avviene spesso così quando le banche centrali si impegnano in modo credibile per stabilizzare i mercati: gli speculatori perdono, i i contribuenti ci guadagnano.
Ma tutto questo si può fare se c’è una piena solidarietà politica tra i Paesi membri dell’unione monetaria. Anche personalità autorevoli del governo tedesco sembrano persuase che senza passi avanti verso l’unione politica la situazione sia difficilmente sostenibile. In questa chiave Ignazio Visco si schiera a favore della proposta sugli eurobond dei «5 saggi», gli economisti che consigliano il governo tedesco, sottolineando che è rigorosa.
Se si chiede agli altri Paesi una rinuncia a parti di sovranità occorre dare l’esempio. Così la Banca d’Italia si dichiara pronta ad «accelerare il passaggio» verso una unica vigilanza europea sulle banche, spogliandosi più in fretta di quello che è oggi il suo principale potere. Davvero molto tempo è passato da quando Antonio Fazio si impuntava con tutte le sue forze sulla «vigilanza nazionale» di ogni Paese sulle proprie banche.

Fonte: La Stampa del 1 giugno 2012

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