Tra i consumatori torna a prevalere il pessimismo e cala a gennaio la fiducia sulle prospettive dell’economia italiana. A certificarlo questa volta è l’Istat, che ha rilevato dall’Isae (il centro studi di Piazza Indipendenza ha cessato definitivamente l’attività e i suoi ricercatori in buona parte adesso lavorano presso l’istituto nazionale di statistica) il compito di produrre e diffondere gli indicatori che sintetizzano il sentiment degli operatori economici. Dopo quattro mesi di crescita, l’indice ha registrato una netta flessione, da 109,1 di dicembre a 105,9, il dato più basso da agosto 2010 scorso quando si era attestato sul livello di 104,2.
I consumatori appaiono preoccupati soprattutto quando si chiede loro come andranno le cose di qui a dodici mesi: il calo di gennaio, precisa infatti l’Istat, «é dovuto a un maggior pessimismo sul futuro della situazione economica del Paese e della famiglia (l’indice del clima futuro passa da 98,1 a 90,9) mentre migliora leggermente l’indicatore relativo al clima corrente (da 116,5 a 117».). Anche l’indice relativo al clima economico generale scende, da 81,9 a 77,3, mentre peggiorano in misura minore le valutazioni sul clima personale (l’indice cala da 121,9 a 120,6). Le preoccupazioni dei consumatori riguardano anche la dinamica dei prezzi: i giudizi circa l’evoluzione degli ultimi dodici mesi segnalano un’accelerazione e le previsioni sull’andamento futuro mostrano attese di accentuazione della dinamica dell’inflazione.
Peggiorano anche anche le previsioni sulla disoccupazione, con un saldo delle risposte che sale a 84 (da 74 di dicembre). Le nuvole che gravano sulle valutazioni della propria situazione personale sono dovute soprattutto ad aspettative più negative circa il risparmio: in particolare, si deteriorano i giudizi sulla convenienza attuale (il saldo scende da 141 a 133) e sulle possibilità future di risparmiare (da -52 a -66).
Per il mercato dei beni durevoli, i giudizi sulla convenienza attuale migliorano (da -68 a -57), ma le intenzioni di acquisto per il breve termine vanno in direzione opposta (il saldo scende da -64 a -71). In particolare, peggiorano le intenzioni di acquisto dell’automobile (da -179 a -183) e quelle relative alle spese di manutenzione straordinaria dell’abitazione (da -167 a -173).
Il calo di fiducia dei consumatori é diffuso in maniera omogenea nel territorio, anche se risulta meno marcata nel Nord del Paese e più intenso nel Centro-Sud: così nel Nord-Ovest l’indice di fiducia dei consumatori scende da 109,4 a 107,2, nel Nord-Est da 110,4 a 107,6 mentre al Centro da 108,4 a 104,9. Nel Mezzogiorno, infine, si registra una flessione della fiducia da 108,8 a 105,7.
Incertezza sul futuro dell’economia.Affonda la fiducia dei consumatori
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