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Imu, ditemi che sbaglio…

Leggendo la cronaca sui conteggi dell’Imu esposti dal sottosegretario Vieri Ceriani ho avuto il secondo sussulto da quando ho cominciato ad occuparmi della tassa. Il primo l’avevo avuto quando ho calcolato quanto dovrò pagare: altro che la vecchia Ici!
Possiedo una bella casa, ma certo non di gran lusso. E’ un appartamento (non una villa) di circa 150 metri quadri, in un quartiere di Roma residenziale ma non di particolare pregio: né centro storico né Parioli, per intenderci, la mia casa è a Balduina (una zona definita semi-centro), e mi mancano ancora tre anni per finire di pagare il mutuo. La rendita catastale è 2.556,46. Nel 2008 di Ici (considerando la detrazione prima casa e l’aliquota all’epoca al 4,6 per mille) pagavo 1.203 euro. Quest’anno, se le aliquote non verranno ancora aumentate, con quella attuale al 5 per mille, la detrazione di 200 euro e quella di 50 per una figlia con meno di 26 anni, per l’Imu dovrò pagare 1.897 euro: l’aumento è del 58%.
Il sussulto è diventato un brivido quando sono passato al conteggio sulla seconda casa, quella che mia moglie ha ereditato dai genitori. Stessa zona, dimensioni più o meno equivalenti: l’appartamento di una famiglia benestante, ma non ricca. La rendita catastale risulta identica all’altra. Sulle seconde case la giunta Alemanno ha calcato la mano e l’aliquota è quella massima consentita dalla legge: 10,6 per mille, senza differenze per le case date in affitto a canone libero.
Ebbene, qui l’aumento è addirittura del 257%, e la somma che dovrò pagare (salvo ulteriori aggravi) è di ben 4.553 euro. Se ci aggiungiamo la cedolare secca, altri 4.788 euro, solo su quella casa paghiamo di tasse 9.341 euro. A me, francamente, sembra proprio tanto.

Fonte: Repubblica del 4 maggio 2012

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