• venerdì , 22 Novembre 2024

Il Wall Street Journal osa:”Monti? E’ come la Thatcher”

Il paragone ardito con la “Lady di ferro” che sconfisse i sindacati.Si sarà certo fatto una di quelle sue mezze risatine ironiche, Mario Monti, nel leggere le lodi del Wall Street Journal. Il quotidiano economico che è anche il più diffuso degli Stati Uniti lo esalta perché va contro i sindacati, lo incita a tirare diritto in un gioco di parole del titolo lo accosta a Margaret Thatcher, che ai sindacati spezzò le reni in Gran Bretagna un quarto di secolo fa.
Sorriderà, Monti, perché non ha dimenticato che quando era commissario europeo alla concorrenza, e impediva alle multinazionali americane di distorcere il mercato a loro favore, lo stesso quotidiano americano lo dipingeva come una specie di sovversivo in giacca e cravatta.
Lui invece è convinto di essere sempre lo stesso. Il liberismo combattente del Wsj, o meglio della sua pagina dei commenti, quasi sempre ci vede da un occhio solo. Ditegli che qualcuno vuole liberalizzare i licenziamenti, e parte l`applauso prima ancora di aver capito di che cosa di preciso si tratta. Ditegli invece che una fusione tra due grandi aziende non si può fare perché forma, un monopolio, o che la finanza va regolata perché altrimenti quando fallisce pagano i contribuenti, e parte il biasimo.
Peraltro occorrerebbe ricordare che la signora Thatcher non tolse mai agli inglesi il sistema sanitario pubblico;mentre il Wall Street Journal si oppone con tutte le sue forze a ogni tentativo di rendere meno ingiusta la sanità privata degli Usa. L`Europa, Regno Unito compreso, è più complicata di quanto certi americani capiscano.
Di certo il mercato del lavoro italiano non funziona, scoraggia i giovani, impaccia il rinnovamento delle aziende. Ma questo non significa che servano soluzioni all`americana.
Tanto più che una libertà incondizionata di licenziare in Italia già ce l`abbiamo, all`insaputa di molti osservatori di oltreoceano:per la moltitudine dei precari, giovani o meno giovani.
Per trovare un equilibrio più funzionale tra le pochissime tutele di alcuni e le molte di altri, meglio dunque ispirarsi ai Paesi d`Europa che funzionano;come d`altra parte vogliono fare Monti ed Elsa Fornero. Il liberismo all`europea prevede una «economia sociale di mercato» che protegga le persone senza irrigidire le aziende.
Non si sa ancora come arriverà in porto, e quando, la riforma del mercato del lavoro intrapresa dal governo italiano. Però il commento del Wall Street Journal segnala un rischio preciso:che all`estero, e specie sui mercati finanziari internazionali, la riforma italiana quando sarà compiuta venga giudicata in modo sommario, schematico, misurando chi ha vinto e chi ha perso sull`articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Sappiamo che farà così anche la politica italiana, ma questo mostra appunto uno dei suoi più gravi limiti di rappresentatività. Nessuno parla per i giovani, per i quali ad esempio è assai più importante a chi sarà estesa la futura indennità di disoccupazione, o con quale efficacia sà contrastato l`abuso delle molte forme di precariato.
Si tratta di riforme non facili per nessuno, seppure essenziali.Può darsi ad esempio che in Spagna il mancato successo del centro-destra alle due elezioni regionali di domenica scorsa sia dovuto alla recente riforma del mercato del lavoro adottata dal governo di Mariano Rajoy. Ma si potrà a lungo discutere se la causa stia nell`aver tolto ad alcuni (i più garantiti) o piuttosto nel non aver dato abbastanza ad altri (i meno garantiti).
Super Mario Monti viene paragonato alla Thatcher perché come lei ha sfidato il potere dei sindacati Maggie Margaret Thatcher cambiò il volto della Gran Bretagna piegando il sindacato dei minatori.

Fonte: la Stampa del 27 marzo 2012

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