ALLA fine di un percorso difficile e tormentato, il disegno di legge sulla tutela del risparmio approvato dal Consiglio dei ministri, non prevede ununica super Autorità ma una responsabilità ripartita tra Banca dItalia, Consob che disporrà di poteri rinforzati, e Antitrust. Si tratta di una scelta opportuna, sempre che vengano definiti con precisione, nel testo finale che uscirà dal Parlamento, i limiti delle competenze di ciascuna Autorità per evitarne le eventuali sovrapposizioni.
Lesigenza di una pluralità di responsabilità nasce dal modo in cui il risparmio si forma e viene utilizzato. Esso va tutelato innanzitutto nel momento in cui si trasforma in depositi. La stabilità del sistema bancario è essenziale perché esso devessere in grado, in ogni momento, di restituire quanto ricevuto. Ciò esige una vigilanza continua, che è sempre stata competenza della Banca dItalia e continuerà ad esserle affidata. Le imprese che attraverso il sistema bancario utilizzano il risparmio delle famiglie hanno peraltro, in questi anni, modificato i loro meccanismi di finanziamento. Come ha ricordato il Governatore della Banca dItalia nella sua audizione in Parlamento, è molto aumentato il loro ricorso al credito con lemissione di obbligazioni, in particolare attraverso il canale estero. Le obbligazioni, attraverso il sistema finanziario, arrivano ai risparmiatori che nel sottoscriverle si trovano a confrontarsi, senza averne in molti casi una precisa percezione, con un rischio ed una responsabilità diretta. Si tratta di una novità che ha creato danni gravi alle famiglie che avevano destinato i loro risparmi a titoli che si sono poi rivelati inaffidabili. Era perciò necessario, ed è stato opportuno, il potenziamento dei poteri della Consob perché essa sia in grado di assicurare una piena trasparenza del mercato, anche con lausilio e lutilizzo della Guardia di Finanza per gli accertamenti che si rendessero necessari.
La domanda che occorre porsi è se sia sufficiente questo rafforzamento del potere della Consob ad assicurare una piena tutela dei risparmiatori. Una prima osservazione è che il mercato è globale e dunque occorrerebbero controlli altrettanto globali, non bastando ad essi unautorità europea, che pure non cè. In secondo luogo le istituzioni finanziarie che collocano sul mercato i titoli devono fornire tutte le informazioni necessarie a chi li sottoscrive, e deve esserci un controllo sulla correttezza e ladeguatezza di questa informazione da parte della super Consob. Banche e istituzioni finanziarie dovrebbero poi dimostrare la fiducia che hanno nei titoli che collocano tenendoli per sé per un periodo sufficiente a convincere il mercato, quando essi non abbiano una precisa certificazione di qualità.
La terza è che i controlli per quanto accurati siano, non riescono mai ad evitare del tutto i comportamenti fraudolenti. Da questo punto di vista la miglior tutela è quella di intervenire con la prevenzione, attraverso controlli sistematici delle attività di chi è chiamato a certificare la correttezza e la veridicità dei bilanci. Si tratta di unazione che dovrebbe essere svolta dallautorità di controllo sulle attività delle società che certificano i bilanci, che dovrebbero essere assoggettate a sanzioni idonee a scoraggiare comportamenti scorretti. La stessa esigenza richiede che i sindaci delle società abbiano caratteristiche di indipendenza tali da assicurare controlli societari efficaci. Si tratta di unesigenza ineludibile se si vogliono evitare processi degenerativi come quelli che si sono verificati nei casi Parmalat e Cirio. Vigilanza e controlli sono dunque importanti. Ma lo è, nella stessa misura o forse anche di più, lautodisciplina di imprese e banche. Lapprovazione di codici etici che restituiscano, con comportamenti conseguenti, la fiducia, oggi scossa, dei risparmiatori potrebbe essere di grande aiuto.
Il risparmio ora sarà più tutelato
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