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Il riconoscimento a sorpresa dei due guru dell’incertezza

Hanno vinto Thomas Sargent,della New York University,e Christopher Sims, di Princeton.
Forse ci voleva, di questi tempi: conferire il Nobel per l’Economia a due studiosi che, con franchezza, ammettono di non aver soluzioni facili contro la crisi. Hanno vinto Thomas Sargent, 68 anni, New York University, e Christopher Sims, 69, Princeton, entrambi docenti nel remoto Minnesota quando si erano fatti conoscere. Hanno una certa età, sono noti da tempo, hanno avuto molti allievi che ora gli inviano congratulazioni da ogni parte del mondo: una scelta tranquilla.
Come idee Sargent butta piuttosto a destra, dopo tre anni in cui almeno alcuni dei premiati erano di sinistra. E’ uno di quelli – numerosi in America, scarsi altrove – che contro la recessione ritengono poco utili gli «stimoli», ovvero un aumento della spesa pubblica. Ma è uno studioso originale, non strettamente allineato con la scuola di Chicago. Tanto che il Nobel 2008 Paul Krugman, capofila della sinistra, si congratula senza riserve: i loro sono contributi utili a tutti, hanno insegnato a lasciar parlare i numeri invece di affidarsi a ipotesi che già contenevano i risultati.
Nelle polemiche di questi tempi, la scuola delle «aspettative razionali» entro cui Sargent si è formato viene biasimata da molte parti: secondo i critici, la loro teoria non prevedeva che una crisi di questa portata potesse verificarsi. «Ma Sargent, intellettuale di grande spessore, se ne era sempre più distaccato – spiega Luigi Guiso, professore all’Istituto Universitario Europeo di Firenze – cercando di costruire modelli in cui l’incertezza ha un grande ruolo». Pragmaticamente, aveva concluso che la razionalità degli agenti economici incontra un limite nella capacità che gli umani hanno di elaborare informazioni. Lo descrivono come un uomo colto e di buon carattere; la moglie Carolyn, storica dell’arte esperta di Italia, ha messo on-line una sua guida di Firenze che si apre con una citazione di Proust. Oltre che di equazioni e metodologie, il neo-premiato ha scritto anche di storia economica, tra l’altro con un documentatissimo libro sull’uso della moneta spicciola dal Medioevo all’Ottocento.
Chris Sims è meno noto e più tecnico; apprezzato dai colleghi, dato che è stato eletto presidente dell’Associazione americana degli economisti per il 2012. I due si conoscono e si stimano, ciascuno ha attinto al lavoro dell’altro, ma non hanno mai collaborato direttamente. Nel 1999 Sims tenne una conferenza prevedendo che l’unione monetaria europea sarebbe stata fragile; ma per ragioni molto diverse da quelle che hanno portato all’attuale crisi dell’euro. Non è per questo, infatti, che è stato premiato.
L’Accademia svedese attribuisce a entrambi l’aver insegnato come distinguere le cause dagli effetti nel costruire modelli economici complessi. E’ importante quando si cerca di capire come gli operatori economici reagiranno a certe scelte dei governi o delle banche centrali. La loro teoria spiega anche perché non è facile capirlo; come d’altra parte è abbastanza ovvio, in questa fase in cui l’incertezza è massima. E’ forse un premio assegnato contro le teorie che, pretendendo di sapere tutto da prima, si trasformano in ideologie corazzate contro la smentita della realtà.

Fonte: La Stampa 11 ottobre 2011

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