L’incasso dei finanziamenti Ue impone uno slalom in un ginepraio. Serve un’operazione chiarezza, in Italia dove si trova la cassa. Costa poco e rende molto. Sennò resteremo al palo, come sempre..
La domanda è sempre la stessa, «lei che sta a Bruxelles può dirmi dove si vanno a vedere e chiedere i fondi europei?». La rivolgono gli imprenditori, in carica e venturi, i desiderosi di start up, le aziende e i giovani che vogliono fare il salto, trovare mercati per non arrendersi alla crisi. Anche la risposta è sempre la stessa. «Lasciate stare Bruxelles, i soldi sono in Italia, le chiavi della cassaforte le custodiscono gli enti locali, le regioni soprattutto».Dunque non serve laereo, basta recarsi nel più vicino capoluogo. Facile? Neanche per sogno.
Come accade sovente dalle nostre parti trovare lufficio giusto è la vera impresa titanica. Ogni regione dovrebbe avere allingresso un cartello con la scritta «di qua per i fondi Ue», invece laccesso al giusto funzionario richiede un misto di pazienza e buona sorte. Limpresa deve vedersela con una molteplicità di soggetti possibili in una condizione di informazione ricorrentemente incerta. Ci può essere il team di funzionari (bravi e meno bravi), la finanziaria regionale, le situazioni locali, ma anche le banche grandi (che si occupano sino a un certo punto dei piccoli) e quelle meno grandi, nonché le società di consulenza che promettono «facciamo tutto noi».
Il governo ha annunciato di essere arrivato quasi al 50% della spesa dei fondi Ue per il periodo 2007-2013. A gennaio comincia il nuovo settennato e con lui le probabili nuove pene. Idee? Le imprese invochino chiarezza, chiedano un sito o una pubblicazione locale prova di stupido che spieghi cosa fare. Sono piccole, piccolissime, non tutte attrezzate e non potrebbero esserlo. Vogliono entrare in regione e trovare il cartello che li guidi. Desiderano una guida istituzionale a copro 20. Ci vuol poco e a poco costo. Le Regioni e lo stato hanno 45 giorni per pensarci e spiegare la natura della risposta numero uno: «Non andate a Bruxelles, la cassa ce labbiamo noi».
Il fondo che non tocchiamo
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